sabato 19 dicembre 2009

Neve nella campagna bolognese e altri racconti

Ovviamente in questi giorni non dovrebbe essermi troppo di peso scrivere un paio di post, anche interessanti, incentrati sui soliti scontatissimi temi che affollano la mia vita borghese di studente universitario. Questo perché, al momento, posso considerarmi in vacanza per aver concluso la mia prima sessione d’esame con più che discreti risultati e, di conseguenza, le mie giornate sono principalmente dedicate ad un sano cazzeggio ricreativo/culturale. Con forte prevalenza della componente ricreativa, questo è certo.
In ogni caso, il tempo per riflettere, elaborare boiate e darci successivamente forma scritta non manca. Perciò, perché non iniziare?

Al momento siedo al tavolo dell’afosa camera numero 123 dell’albero “Ca’ della Ghironda” (o qualcosa del genere), Ponte Ronca di Zola Predosa, Bologna. In questo simpatico resort (che è anche museo d’arte) si sta tenendo la scuola politica invernale dei Giovani Democratici, in cui intervengono tanti bravi relatori e bla bla bla non è di questo che vi voglio parlare. Tutto ciò riguarda troppo da vicino la mia vita e so per certo che, scrivendone, finirei col cercare di far sembrare ciò che faccio molto più importante, interessante o esaltante di quanto in realtà sia. Risulterei, in sostanza, arrogante. Ed avendo osservato giusto ieri sera come un’esposizione arrogante di contenuti interessanti da parte di personaggi estremamente colti e preparati rimanga un’esposizione fastidiosa e debole, non sono interessato a commettere questo particolare errore in prima persona.
Ma anche, più semplicemente, non ho voglia di parlarvene.

Di cosa voglio parlarvi?
Ci sono, effettivamente, alcuni spunti di riflessione su cui continuo a tornare col pensiero, da almeno una decina di ore. I miei esami, riflessioni sulla politica locale, il cazzeggio, la neve, i videogames e la buona musica. Qualche manciata di minuti fa sono anche riuscito a schematizzarli per iscritto in una specie di bozza, vincendo la mia ormai proverbiale pigrizia. Tutto pareva pronto per la redazione di un post ben costruito. E invece.

Vaffanculo. Perché affaticarsi inutilmente, quando già sto scontando le inevitabili conseguenze di ore di sonno arretrato?
Perché sforzarsi di dare una forma convenzionalmente decente ai miei non interessanti pensieri?
Per chi?
È l’abitudine. Alla routine. Che è monotonia.
Piatto grigiume collettivo, unico collante di questo nostro sconclusionato stare assieme. Un non-comportamento dove non esistono aggettivi. Dove non esistono discorsi. Comunicazione.
Io. Tu. Noi. No, non importa. Davvero.
Voi.
Quell’altro coglione.
Loro.
Vaffanculo.

La stanchezza ti allontana dalle cose.
Capisco il protagonista senza nome di Fight Club.

mercoledì 16 dicembre 2009

Opposizione politica VS violenza fisica

Anche se non credo che a qualcuno possa interessare il mio pensiero riguardo a quanto avvenuto il 13 Dicembre scorso a Milano, avverto una sorta di "bisogno civico" di esprimere la mia personale e sincera solidarietà umana a Silvio Berlusconi, Presidente del Consiglio dei Ministri del nostro Paese. E questo perchè, a differenza di coloro i quali hanno aderito in questi ultimi giorni ai molti gruppi su Facebook nati a sostegno di Massimo Tartaglia e del suo folle gesto, io riesco ancora a distinguere tra opposizione politica e violenza fisica. E riesco a cogliere la gravità di questo fatto, un'aggressione fisica ad una delle quattro più alte cariche dello Stato. Potrà essere il più grande stronzo di questa terra, uno sbruffone, un "mafioso", un corruttore, un fascista, un viveur della peggior specie, un ignorante, un cafone, un pessimo politico e uno che ha sempre fatto i suoi interessi; ma, nel momento in cui un folle lo colpisce in faccia con una spigolosa riproduzione del Duomo di Milano, è solo il Presidente del Consiglio. Rappresenta un istituzione.
Perciò ho molto apprezzato la visita di Pierluigi Bersani, segretario del partito a cui sono iscritto e in cui (compatibilmente con la mia vergognosa pigrizia) milito sin dalla sua nascita, all'ospedale San Raffaele e i brevi interventi di Filippo Penati alla puntata dell'Infedele di due giorni fa.
Detto questo, non voglio entrare nel merito della discussione pseudopolitica che ha seguito il fatto, sul "clima politico", sui "mandanti costituzionali", sui "responsabili politici" e, successivamente, sulle successive allucinanti dichiarazioni del Ministro dell'Interno Maroni. Non è di mio gradimento, dunque non ne parlerò.

Quando ho iniziato a scrivere questo post, dieci minuti fa, mi chiedevo che titolo avrei potuto dargli. Non sono riuscito a trovarne uno migliore di quello che leggete in cima.

domenica 13 dicembre 2009

Promesse da marinaio

Sono giunto alla conclusione che non posso abbandonare l'Anti-Blog per tempi così lunghi.
Perciò adesso mi metto d'impegno e, anche se domani alle ore 8.30 dovrò sostenere il temuto esame di Analisi 1, scrivo un post degno di questo nome. Ve lo prometto.

mercoledì 2 dicembre 2009

Tanto tempo fa, in un Paese lontano lontano, Bossi diceva di Berlusconi:

"E' un portaborse di Craxi...è l'uomo della mafia, un palermitano che parla meneghino mandato apposta per fregare il Nord. La Fininvest è nata da Cosa Nostra. Da dove vengono i suoi soldi?..Stava nella P2 e guadagna soldi con l'eroina e la cocaina...Ha fatto ciò che ha voluto con le televisioni...Se va a Palazzo Chigi vince il Tecnocrate..Alla fine avrà un posto all'Inferno, perché quello lì non se lo prendono nemmeno in Purgatorio"

Altri tempi, altro Paese.

giovedì 26 novembre 2009

Andando verso

Da molto, ormai, non scrivo sulle cyber-pagine dell'Anti-Blog.
È un fatto.
Perchè mai, vi chiederete.
Be', il motivo è molto semplice. Ultimamente sento che, se scrivessi qui sull'Anti-Blog, finirei inevitabilmente per raccontarvi i fatti miei.
Ma l'Anti-Blog non è un posto dove si raccontano i fatti miei. L'Anti-Blog è un posto in cui si scrivono cazzate.
Perciò, visto che è Giovedì, andate a mangiare pesce.

E buona visione di Scrubs!

La responsabilità cambia tutto. Ma, principalmente, modifica il tuo approccio al divertimento.

domenica 8 novembre 2009

No! A Padova non ci voglio andare! Mamma!

sabato 7 novembre 2009

Qualcuno dice che sei un ragazzo inquieto solo perchè ti piace distruggere

Inutile negare che la mia vita privata si sia parecchio impoverita, negli ultimi tempi, sotto molti punti di vista. Nessuna esperienza veramente "nuova" o "interessante" (ammesso che queste due parole abbiano ancora qualche significato, nel terzo millennio dopo la nascita di Gesù Cristo). Certo, sto leggendo un paio di libri ben scritti, ho compiuto diciannove anni e tutto il resto; tuttavia, alla luce dell'impietoso calo di voce che mi ha soggiogato un paio di sere fa (e di cui sono tuttora facile preda) e della mia ormai celebre tendenza all'annichilimento di ogni ricordo, mi risulta molto facile affermare che in questi giorni non mi è successo proprio niente su cui valga la pena riflettere.
E dunque perchè sto scrivendo?
Be', molto probabilmente perchè quando ho iniziato questo post avevo in mente qualcosa di carino da scrivere; oppure perchè effettivamente non ho niente di meglio da fare; oppure per esercizio, visto che scrivere cazzate con un certo stile non fa mai male; oppure, semplicemente, perchè mi piace il rumore dei tasti premuti sul mio maledetto MacBook.

Non comprate mai le pastiglie Gola Fair, se avete un calo di voce. Piuttosto, imbottitevi di Oki.
Non lasciate mai a casa il portafogli per paura di spendere soldi, se dovete andare all'università in treno. Piuttosto, sputtanate tutti i soldi - ma ricordatevi quel maledetto abbonamento!
Non guardatevi mai due puntate di Scrubs all'una di notte sul vostro portatile, se non riuscite a prendere sonno. Piuttosto, ascoltatevi un po' di buona musica e Scrubs guardatevelo il giorno dopo sul 21,5" della mami.
Non andate mai a trans, se ricoprite un ruolo istituzionale. Piuttosto, andate a puttane.
Non andate mai al Totem, se non siete proprio sbronzi e stracarichi. Piuttosto, andate a puttane.
Non andate mai in biblioteca con i vostri amici, se volete studiare. Piuttosto, fatevi un coffi al Dersut. Il vostro studio forse non ne trarrà beneficio, ma voi sì.

giovedì 29 ottobre 2009

"Good ale will make a cat speak".

Sento un terribile bisogno di comunicare, maledizione. Ma non ne ho il tempo e, molto probabilmente, non ho nemmeno ben chiaro ciò che vorrei comunicare. Ci proverò, ad ogni modo.

Oggi compio 19 anni. Stasera offrirò da bere. Ma questo, a voi non interessa.

Sto leggendo un libro scritto veramente bene, come non mi capitava di leggere da molto. Non vi dirò il titolo, bastardi. Prima o poi ve ne racconterò la trama, forse, e vi citerò qualche passo.

È essenziale che trovi il segnalibro. Il mio segnalibro rosso, consunto. Tenuto assieme con lo scotch, compagno di mille e una avventure. Letture.

Ultimamente mi fingo di non aver tempo da dedicare alla lettura. Cazzate.

Poche parole, e sono felice. Il solito coglione.

Si ringrazia Stefano Poggi, perchè in fondo è sempre bene ringraziare Stefano Poggi.

domenica 25 ottobre 2009

Risveglio domenicale e altro ancora

Alcune parole.
Una frase?
Più di una.
Alcune frasi.
Un periodo?
No.

Ammassi informi di frasi.
Ammassi deformi di frasi.
Ammassi rotolanti di frasi sconnesse.
Grumi urlanti di frasi!
Gorghi vorticosi di proposizioni!

Piatte distese di periodi.
Sterminate steppe di capitoli.

Scontri di sintagmi! Battaglie tra aggettivi!
Schianti, mazzate, colpi e urla! Urla!
Stupri di frasi!

Urlano.
Soffrono.
Rimbombano nella mia testa.

Coppie di frasi a braccetto.
Comitive di frasi germaniche in visita alla città.
Famiglie di frasi scritte in dialetto.
Frasi, frasi, frasi.
Ancora frasi.

Serie di frasi scritte.
Somme di proposizioni matematiche.
Scoppi di frasi strillate.
Sciami di frasi pensate.

Un grande, lento multino che gira sospinto da un vento freddo, proveniente da chissà dove.
Una ferita slabbrata pulsante scarlatte premuta col ferro arroventato di un carnefice. Asmatico e in calzamaglia.
Fiorellini gialli e lilla in un prato verde come un prato. Fresco.

Frasi che ruotano attorno a differenti centri di gravità.
Frasi che viaggiano nel tempo e nello spazio.
Il tempo e lo spazio che viaggiano nelle frasi.
Frasi soggettive e necessarie.
Frasi oggettive e arbitrarie.
Frasi vere e false.
Frasi e non frasi.

Se ripeti molte volte una parola, non ne perdi il significato?

Frasi.
Frasi.
Frasi.

venerdì 23 ottobre 2009

Un venerdì mattina e un uomo che non aveva voglia di studiare


Il caffè crea dipendenza e la colazione è il pasto più importante della giornata, proprio come c'era scritto sulla confezione dei Kellogg's.

Lo studente che paga i 4€ della mensa ai ciellini è equiparabile all'imprenditore che paga il pizzo alla mafia: compie un'azione amorale e incivile al fine di ottenere un vantaggio personale (cibo più buono - mantenimento della propria attività).

Ogni eventuale marcelliana critica riguardante l'intrinseca contraddizione contenuta nella proposizione "compiere un'azione amorale" sarà subitaneamente cassata.

giovedì 22 ottobre 2009

Due giorni prima, tra Vicenza e Padova...

Mi trovo di fronte a un'entusiasmante e duplice novità: sto scrivendo a bordo di un treno Trenitalia incredibilmente in ritardo e sto utilizzando un MacBook. Uau. In questo momento, tra l'altro, dovrei essere a lezione – e anche questo ipertrofico ritardo è una consistente (e fastidiosa) novità. Quindi: un grande RINGRAZIAMENTO alle Ferrovie dello Stato, sempre al servizio del cittadino e sempre bendisposte nel momento in cui si tratta di incassare i pagamenti per questo eccezionale servizio. C'è da dire che, se non altro, in questo regionale ho finalmente trovato una presa di corrente da 220V pubblica abbinata a un comodo tavolo reclinabile in prezioso legno d'acacia. O di qualche cazzo di altra pianta.
Vaffanculo.

Il treno è finalmente arrivato. Ritardo: 00.08 h. E quegli sgargianti “08” minuti scritti sul tabellone suonano quasi come un insulto: oltre il danno, la beffa. Come i prezzi con il “,99€”.
Ma non ci tengo a tediarvi oltremisura con le mie (inutili e poco originali) lamentele riguardo ai disservizi firmati Trenitalia.

Esattamente quattro ore dopo mi trovo nell'aula ASID del “campus” di Santa Caterina, sede della Facoltà di Scienze Statistiche a Padova, dove cincischio nell'attesa dell'inizio di un'appassionante lezione di programmazione che sarà senz'altro ricca di colpi di scena. Oh, se lo sarà.
Ed ecco il grigio professor X, che anche oggi mi strabilierà con insegnamenti non meno affascinanti della sua lucida pelata. A dopo, cicci!

Ore 13:24. Aula ASID.
La lezione non delude le aspettative. È proprio il grigiume che immaginavo. Iea!
Ad onor del vero devo tuttavia specificare che potrebbe essere interessante, il corso e tutto, se il professor X non impiegasse il 74% del suo tempo a vagare per l'aula ASID, trotterellando tra i banchi, lanciato al soccorso dei pirla che non riescono a stare dietro alle sue (peraltro lumachesche) spiegazioni. Che gente, questi statistici!
Questo il prodotto finale:

#include

int main(){
FILE *fopen(), *f;
int i;
int n;
int max=-1;
int media=0;
int min;
int pippo[100];
printf("\n--INIZIO PROGRAMMA--\n\n");
f=fopen("nomefile.txt", "r");
for(i=0; i<8; i="i+1){" i="0;" i="i+1){" i="0;" i="i+1){">max){
max=pippo[i];
}
printf("Il massimo fino all'interazione n° %d è: %d\n", i+1, max);
}
for(i=0; i<8; i="i+1){" media="media+pippo[i];" min="max+1;" i="0;" i="i+1){">
min=pippo[i];
}
printf("Il minimo fino all'interazione n° %d è: %d\n", i+1, min);
}
media=media/8;
printf("Il massimo è: %d\n", max);
printf("Il minimo è: %d\n", min);
printf("La media è: %d\n", media);
printf("\n--FINE PROGRAMMA--\n");
}

Ore 23:10. Nella mia camera da letto. Più precisamente, nel mio letto.
Una giovane matricola girovaga, sfinita da una giornata intensa e piena zeppa di avvenimenti secondari ma piacevoli, si infila sotto soffici e calde coperte, accende il suo MacBook e scrive.
Ha appena visto un film d'animazione Disney, di cui non riesce assolutamente a ricordare il titolo. Una di quelle schifezze moderne con la computergrafica. Zero trama e tante melensaggini.
Buonanotte, lettori. E complimenti a Tommi.

mercoledì 14 ottobre 2009

Unipd e i quaranta ladroni

La vita dell'universitario medio è piena di problemi. Ve ne elencherò alcuni, giusto perchè in questo momento (mentre attendo la fine di un apparentemente interminabile download) non trovo niente di meglio da fare.
  1. Il treno: è raramente in orario, è spesso olfo di gente e non è mai in partenza dal binario che ti aspetteresti. Ma questo già si sa. Quello che forse non tutti sanno è che su alcuni regionali (quelli a minore frequentazione, ovviamente, e dunque dislocati in fasce orarie inusuali) è possibile trasportare la propria bicicletta caricandola nell'apposito vagone - che è sempre in testa o in coda. Fantastico, se non fosse per lo spropositato supplemento che la quanto mai simpatica Trenitalia ha deciso di far pagare per questo servizio. Per intenderci, più del 150% del costo del biglietto per una persona.
  2. I controllori: questi meritano un punto a parte, in quanto costituiscono una delle peggiori (e probabilmente più frustrate) razze umane esistenti. Non sono tutti malvagi, è chiaro, ma il loro vano tentativo di far applicare le assurde regole imposte da mamma Trenitalia non può risultare altro che patetico e, diciamocelo, fastidioso.
  3. La mensa: c'è la fila e, come ci si può aspettare, non si mangia proprio da signori. Ad onor del vero, tuttavia, devo ammettere che non si mangia neppure da cani. E il rapporto qualità/prezzo, tutto sommato, risulta piuttosto soddisfacente.
  4. Le lunghe distanze: Padova è grande e le mie gambe sono già stanche. Tuttavia, esclusa l'ipotesi "bici" (vedi punto 1), non resta che prepararsi psico-fisicamente ad un inverno di gelide scarpinate. Hop, hop!
  5. Le lezioni: fin troppo differenziate, per argomento e per difficoltà. Si passa dall'insulsaggine più clamorosa alla più stupefacente novità.
  6. I compagni (o, come li si dovrebbe chiamare, i "colleghi"): non sono proprio per nulla "compagni", almeno non secondo i significati più comuni del termine.
  7. I costi: sono elevati.
  8. Il riposo: è scarso.
Mi manca un po' il liceo.
Sembrerà strano, ma mi mancano in particolare le materie umanistiche.

mercoledì 7 ottobre 2009

Mandarino

Un paio di mattine fa mi è capitato di mangiare un mandarino a colazione.
Ho capito cosa significa pensare in modo analogico. Ho capito perchè questo modo di pensare è significativamente diverso dal modo razionale; ed anche da quello che generalmente si chiama "irrazionale", ovvero quello passionale, basato sul sentimento. L'analogia è tutt'altra cosa, davvero.
Tutto ciò è avvenuto in un attimo che si potrebbe definire magico, per intuizione, senza un minimo preavviso e senza che io fossi di fatto in un momento riflessivo o comunque propenso al ragionamento. E, una volta raggiunto e isolato il concetto di "analogia", finalmente definito, ho provato un senso di soddisfazione mista a malinconia. Freddo.
È arrivato l'inverno.
Ho sospirato, poi ho mangiato il mandarino.

domenica 27 settembre 2009

Domani inizio a frequentare i corsi presso la Facoltà di Scienze Statistiche di Padova. Ci tenevo a dirvelo.

La letteratura amatoriale di qualità (?)

In uno di questi ultimi giorni d'estate (ok, dovrei dire "primi giorni d'autunno" - ma quanto triste sarebbe?) ho avuto modo di entrare a contatto con una realtà della letteratura amatoriale di qualità; la quale, lo devo dichiarare per dovere di cronaca o per amor del vero, mi ha positivamente impressionato.
Devo precisare che questo mio conoscente (amichevole?) mi ha letto solo un paio di suoi componimenti - uno in prosa e l'altro in poesia - e che quindi non sono assolutamente in grado di dare un giudizio di valore sulla totalità della sua produzione. Lo stile, tuttavia, mi è sembrato piacevole e efficacemente applicato al contenuto. Contenuto che, a sua volta, può essere giudicato genericamente interessante, anche se a tratti oscuro. Ma questo dipende certamente dal modus scribendi analogico e "ermetico", a cui si potrebbe forse rivolgere la solita e antica critica secondo la quale questo stile serva solo a mascherare e puntellare una mancanza di argomenti validi e profondamente sviluppati; insomma si tratti di uno stile "complicato" che maschera una sostanziale superficialità. Speriamo non sia questo il caso.

Vi informo che questo post è stato scritto rapidamente e senza alcuna pretesa di passare come un'analisi tematico-stilistica o simili ne, tanto meno, di costituire una polemica nei confronti del suddetto conoscente o della sua produzione.

domenica 20 settembre 2009

Ripartenze

Il vostro AntiBlogger più salterino vi saluta e ballonzola verso quel ramo del lago di Garda che volge verso levante. Torno in settimana.
Saluti!

mercoledì 16 settembre 2009

Dolori

Avrei voluto scrivere un bel post sul Tour Scolastico. L'ho anche già iniziato, ve lo giuro.
Tuttavia, la stanchezza derivata dalle tre sveglie consecutive, il mal di testa che mi perseguita da qualche giorno e la cui natura mi è ancora ignota (ipotesi fino ad ora avanzate: stress, problemi di vista) e il dolore atroce alla spalla sub-lussata che mi tortura ogniqualvolta l'aria supera un certo livello di umidità mi hanno del tutto privato delle forze e della voglia di proseguire nella pia ed eroica opera. Ma, perbacco, vi prometto che domani scriverò quel maledetto post!

Nel frattempo ascoltatevi l'album dei Twisted Wheel, per intero.

martedì 15 settembre 2009

AS 2009-2010

Per il secondo giorno consecutivo, l'AntiBlogger si sveglia ad orari antelucani per recarsi di fronte al liceo statale "Paolo Lioy", proprio come se fosse uno studentello sbarbino.
Niente di più assurdo.

In arrivo a breve un post sul tour scolastico.

lunedì 14 settembre 2009

Flash

Un saluto inatteso.

E, all'improvviso, ricominciano i SOGNI!

domenica 13 settembre 2009

La corsa. Di nuovo.

A volte ti capita di svegliarti alla mattina e provare un senso di grande sconforto, di inadeguatezza; ti alzi, ti vesti, magari esci per andare a scuola o al lavoro; ma quella spiacevole consapevolezza non ti abbandona - ti insegue e non ti molla.
Stai deludendo i tuoi genitori. Sprechi le tue giornate. Rischi di buttare via la tua vita facendo le scelte sbagliate, oppure facendo le scelte più comode. Non sai più se ciò che fai è davvero ciò che vuoi fare, oppure se è solo ciò che gli altri si aspettano da te.
Mille interrogativi ti ronzano nella testa, rimbalzando sulle pareti della scatola cranica. Ti riempiono il cervello, ti tolgono il respiro.
Allora è chiaro che ti viene una forte emicrania. Ed è chiaro che tratti male i tuoi amici, i tuoi familiari. Chiunque ti stia vicino. Diventi scontroso, quando senti di deludere gli altri e quando, al tempo stesso, ti convinci che gli altri stiano deludendo te.
Può capitare, in queste situazioni, che anche i migliori facciano qualcosa di cui poi si potranno pentire. E tu non sei affatto tra i migliori.
Ti può capitare di perdere il controllo, di rispondere male a chi non dovresti. Può capitarti di scappare.

Ma è proprio a quel punto, quando ti convinci che tutto è inutile, che le cose potranno solo peggiorare e che gli altri, in fondo, non ti capiranno mai, è proprio a quel punto che ti accorgi di quanto tu ti stia sbagliando. Ti accorgi che le tue preoccupazioni sono solo passeggere e le tue ansie immotivate. Ti accorgi che c'è sempre qualcuno pronto a volerti bene.
E, soprattutto, ti accorgi che c'è sempre qualcuno che soffre più di te.

A quel punto non ti resta che pedalare sotto la pioggia, verso mete non ben definite, ricordando le corse del passato e i mancati traguardi. Correndo (e non scappando), dopo aver parlato con chi è davvero importante per te. Tenendo gli occhi puntati all'orizzonte, continuando a sognare.
Ridendo.

La morte dell'AntiBlogger






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Oggi, pochi minuti fa, il vostro AntiBlogger preferito è morto. O meglio, è stato spodestato dal suo ruolo di scrittore ufficiale dell'Anti-Blog.

Breve intervista:

Perchè?
Per semplificare la gestione di post e commenti, nonchè delle statistiche ShinyStat, eliminando un inutile doppione di indirizzo email. Tra l'altro, ho anche deciso di disabilitare il sistema di moderazione dei commenti, che rendeva la procedura di posting solamente più lunga e macchinosa, svilendo gli eventuali vantaggi di un controllo su quanto viene pubblicato sul nostro bell'Anti-Blog - controllo che di fatto non avveniva, in quanto non ricordo di aver mai rifiutato un singolo commento dal Febbraio 2008 ad oggi.

Chi subentrerà ora nel ruolo di scrittore al posto dell'AntiBlogger?
Chiaramente l'AntiBlogger stesso, ovvero il sottoscritto, ma in nuove e non più mentite spoglie. Mi sono reso più facilmente rintracciabile, utilizzando direttamente la mia mail principale (anticosimo@gmail.com) qui su Blogger e pubblicando il badge del mio profilo Facebook sull'Anti-Blog.

La linea editoriale rimarrà dunque immutata?
Certamente. Ve lo posso garantire. Del resto, essendo io la persona più incoerente di mia conoscenza, quanto può valere la mia parola?

Più o meno quanto un marco dopo il '29, si intende. Grazie e arrivederci.


L'immagine in alto a sinistra raffigura il vecchio avatar dell'AntiBlogger, quella a destra il nuovo.

sabato 5 settembre 2009

4 Settembre 2009 - Una giornata con molti perchenò

La mia giornata lunga raccontata per brevi flash sensoriali.
  1. Freddo. Fastidiosa sensazione di freddo umido che mi penetra le ossa.
  2. Fatica. Su e giù per una collina, incespicando sulla ghiaia.
  3. Caldo. Indossata una felpa.
  4. Sonno. Distendo su un prato la mia fedele copertina di whinnie the pooh e mi ci butto sopra.
  5. Quasi comfort. Un sacco a pelo che mi copre e uno zaino come cuscino.
  6. Gelo. Il sacco a pelo non c'è più.
  7. Sconforto. Cosa faccio adesso?
  8. Genialità. Vado in casa.
  9. Soddisfazione. C'è un divano libero.
  10. Massimo comfort. Finalmente dormo.
  11. Sorpresa. Pesce mi sveglia.
  12. Confusione. Cosa ci faccio qua?
  13. Attesa. Prima o poi partiremo.
  14. Fame. Ho bisogno di un bar, in quella casa non c'è niente da mangiare.
  15. Di nuovo fatica. Giù per la collina con una valigetta piena di cavi in mano.
  16. Caldo. Meglio togliersi la felpa.
  17. Sorpresa. Al bar della stazione c'è la zia della Vera.
  18. Sazietà. Un panino soppressa e stracchino.
  19. Sonno. Mi butto sul divano.
  20. Allegria. Montix + Boghi.
  21. Massima fatica. Un'ora e mezza di canoa.
  22. Sporcizia. Fango in faccia e odore di fogna intorno a me, come una nuvola.
  23. Di nuovo allegria. Ruggi + Meri.
  24. Sconforto. Ruggi fa il mona e la Meri è sbronza.
  25. Stanchezza. Rotolo fino a San Lorenz, rimbalzo a casa e - pum! - crollo a letto.

venerdì 4 settembre 2009

Penombra

Primo pomeriggio di una pigra giornata di fine estate.
Soggiorno scarsamente illuminato dai pochi raggi di sole che filtrano dalle persiane abbassate.
Un giovane sdraiato (s?)comodamente sul mio divano di pelle verde, con un cellulare touchscreen e un daiquiri frozen a portata di mano, le cuffie Hesh della Skullcandy che gli sparano nel cervello i Sex Pistols e un pratico MacBook di fronte a lui...
Quel giovane tra meno di un mese inizierà a frequentare i primi corsi universitari. Matematica? Statistica? Chissà.
Pantaloncini corti della tuta e canottiera bianca, sporca di sugo di pomodoro fossile.
Il giovane vorrebbe scrivere qualcosa sul suo Anti-Blog, ma è troppo stanco per farlo. Sconsolato, appoggia la testa al bracciolo del divano.
Meglio riposarsi prima della lezione di canoa, pensa.
E io lo guardo addormentarsi, con la bocca spalancata e il braccio penzolante a lato del divano.


Consiglio: provate a scaldare del tonno nel soffritto d'aglio. Vedrete che buon sughino vi verrà fuori.

giovedì 3 settembre 2009

Baratt09

AVVISO INTERESSANTE:

Il giorno 7 Settembre 2009 alle ore 15:00, avrà luogo nella galleria commerciale "Parco Città" la cerimonia ufficiale di inaugurazione del Baratt09 - mercatino del libro usato.
Chiunque può venire al baratto per cedere i propri vecchi libri o per cercarne di usati.
La raccolta dei testi usati inizia il 7 Settembre (8 settembre chiuso), dal 14 Settembre è aperta la vendita degli stessi.
SI RICEVONO SOLAMENTE LIBRI PER LE SCUOLE MEDIE SUPERIORI (e NON per le scuole medie INFERIORI)

Orari: 15:00 - 19:00 da Lunedì a Sabato.
Come trovarci: Parco Città ha ingressi in via Quadri, via Molino e via Nervi. Clicca qui per la mappa. Visita anche il sito di Parco Città.

L'iniziativa è coordinata dalla Società Generale di Mutuo Soccorso e dalle sorelle Cunico.

Si ringraziano per la sempre dinamica collaborazione Cosimo e Steh.

mercoledì 2 settembre 2009

Canoa


Ore 17.30 imbarcadero di parco Retrone. Chi c'è, c'è; chi non c'è, non c'è.

lunedì 31 agosto 2009

Io non esisto

Esiste il mio corpo.
Esiste la mia mente.
Esistono le mie ambizioni ed esistono i miei sogni.
Esistono i miei ricordi.
Quelli sono pochi.

Esistono i miei capelli.
Li ho tagliati.
Ricresceranno.

Esistono le mie fantasie.
Esiste la mia rabbia.
Esiste, a volte, la mia tristezza.

Esiste la mia sincerità.
Esistono le mie bugie.

Esistono i miei otto anni di judo.
I miei muscoli non esistono.
Ma esiste il mio kimono.

Esistono i miei folletti.
No, quelli non esistono.

Esiste la mia musica.

Esistono i miei amici.
Alcuni esistono più di altri.

Esiste l'estate.
Ma esiste anche l'inverno.

Io non esisto.
Ma non stupirti.
Neppure tu esisti.

Esistono le mie mani.
Scrivono su una tastiera.
Bianca.
Questa non so se esiste.
Credo sia troppo bianca per esistere.
Apple di merda.

domenica 30 agosto 2009

Esule

Un padre che è uccel di bosco.
Una madre incostante.
Un fratello depresso e emarginato.
Degli amici proiettati nel futuro.
Altri amici ancorati al passato.
Una canoa appesa in garage.
Nessuna patente in vista.
Test & esami.
Pioggia, derby e poche parole rancorose.


Due panini alla sopressa.

L'AntiBlogger ringrazia Pig per la gentile ospitalità sempre rinnovata.

lunedì 24 agosto 2009

Cocco e la lavastoviglie

Sono due amici sinceri


ma lei non gliela da
però io amo Santon-ton
però forse amo di più Cocco Erotico

Presto sarà disponibile la traccia audio.

domenica 23 agosto 2009

Raffreddore estivo

Avevo tutta l'intenzione di scrivere un lungo post di analisi della mia breve estate, portata di recente alla sua morte da un fastidioso e immotivato raffreddore (o influenza suina?), ma ho cambiato idea. La fredda presenza di una pagina bianca di fronte ai miei occhi appannati da malato mi spaventa e - posso dirlo? - mi irrita. Oh sì, mi irrita. Perchè non può scriversi da sola, attingendo le informazioni necessarie direttamente dal mio lento cervello, pure lui appannato da questa infame malattia.
Il raffreddore (almeno, quello che colpisce me) è terribile: oltre allo stress derivato dal doversi soffiare il naso ogni dieci secondi, c'è questo senso di istupidimento, di rallentamento, di ottuso stordimento. Nebbia. Il raffreddore è come avere la nebbia nel cervello.

Come posso raccontare un'intera estate in queste condizioni? In queste maledettissime condizioni non potrei raccontare nemmeno quello che ho fatto ieri, o anche quello che mi è successo dieci minuti fa. Che poi non si tratta di raccontare, assolutamente. O meglio: non si tratta di riportare inutili avvenimenti su questo cyberfoglio, elencare fatti, mostrare diapositive o comunque - in qualche modo - trasmettere a te (stronzo!) che leggi un insieme di frammenti di realtà passata che mi appartiene. Tutto questo non mi interessa. Proprio per niente.
Quello che in realtà potrebbe interessarmi è molto più difficile, complicato e assurdamente faticoso (per me). Io vorrei elaborare questa lunga estate, mangiarmela e digerirla, azzannare questi fatti, questi avvenimenti, queste parole discorsi cazzate feste mare amici tende alberi sabbia granelli di sabbia conchiglie tra i granelli e pure lo spazio vuoto tra i granelli. Tutto.
Masticare, mandare giù e poi osservare il mio stomaco che squaglia e impasta e rimesta e poi manda questa insensata poltiglia giù nel mio intestino, che ci si nutre. Ecco. Vorrei nutrirmi dei miei ricordi.

E poi risputarveli addosso.
Così sarebbe ben diverso da un semplice racconto.

Tuttavia, se voi mi conosceste, sapreste bene che la mia memoria non è delle migliori. Affatto. Cosa voglio mangiare, quindi? Sarebbe proprio un magro pasto, il mio. Quattro ricordi con sale e olio. Il rancio di un condannato a morte.

Ma non divaghiamo. Il tono dei miei post - questo l'avrete senz'altro notato anche voi - sta inesorabilmente accendendosi di una nota di degrado o, quantomeno, di stranezza gratuita. Consigliate che mi fermi a riaccordare lo strumento della mia ispirazione grafica? Forse è meglio.

Preso atto della pessima influenza esercitata da un banale raffreddore sulla mente di un povero me, vi saluto.

sabato 22 agosto 2009

Post del delirio di fine estate

Indebolito da un potentissimo raffreddore e schiacciato dalla consapevolezza che l'estate è ormai agli sgoccioli, il vostro AntiBlogger preferito scende nuovamente nella sua pista da ballo preferita e si prepara a inondarvi di un mare di entusiasmanti stimoli audio-visivi.
Eh?

venerdì 24 luglio 2009

Sardinia -> Roma

L'Anti-Blogger si trasferisce. Ci si risente tra una settimana.
Stay tuned.

Feelin' so Penk, once again...

mercoledì 22 luglio 2009

Post inutile appena iniziato a causa di una madre affamata

Sempre dal Quadernone di Pensieri:
"Stato a Sassari. Città dal degrado estremamente affascinante. Caldo torrido - ci saranno stati cinquanta maledetti gradi, oggi, e non sto scherzando. Non sto affatto scherzando. Non si scherza su certe cose, non è appropriato. Non è educato, direi. E cinquanta maledetti gradi sono tra queste cose, poco ma sicuro.
C'erano cinquanta fottuti gradi, è un fatto. Ho ancora mal di testa."

domenica 19 luglio 2009

AntiRelax

Una cosa è certa: al mare non ci si riposa proprio per niente. Sarà che lo iodio stanca o che il sole e l'acqua fredda stressano la pelle o che so io - però è un fatto: al mare io non mi riposo affatto.

E vorrei correre ma non ho le scarpe da corsa.
E vorrei telefonare ma non ho un cellulare.
E vorrei fare sciopping ma non ho soldi.
E vorrei fare il surf ma non ho un surf.
E vorrei andare a bere whiskey e soda ma non ho compagnia.
E vorrei avere una compagnia ma ho solo il mio fratellino.

Mi manchi


Lulu

sabato 18 luglio 2009

Un furto e delle francesi insopportabili

Mi sono preso la libertà di sottrarre illegalmente questo quadernone che, come si legge alla prima pagina, è stato acquistato dal suo proprietario "per scriverci pensieri". Che illuso, quel tipo.
L'ho trovato sul comodino accanto al letto sul quale mi sono svegliato stamattina. Mi ha incuriosito, con quei disegni colorati in copertina, e quindi l'ho un po' sfogliato. Potrebbe appartenere a un giovane come me, uno di quei giovani che si sentono ancora teenager (e - in effetti - lo sono) ma, al tempo stesso, si vergognano di tenere un diario; quindi cercano di darsi un tono usando frasi a effetto e cercando di scrivere "da grandi". Questo si vede soprattutto nella punteggiatura. Nessuno sano di mente userebbe la punteggiatura in questo modo da sbruffoni nel proprio diario, cristo!

Ad ogni modo, l'ho trovato interessante. Il quadernone e quello che ci sta scritto dentro, intendo. Ed è proprio per questo che ho deciso di intascarmelo.

Sulla seconda di copertina (ammesso che si dica così, al momento non mi riesce proprio di ricordarmelo), c'era scritto: "Questo quadernone non appartiene a qualcuno in particolare. È di chiunque decida di dedicare un po' del proprio tempo a leggerlo e ad amarlo. O meglio, a leggere e a mare le quattro cazzate che ci ho scritto sopra."
(Quanta autoreferenzialità in tutto ciò, ammesso che la parola "autoreferenzialità" esista davvero. In ogni caso avete capito)
Io ci avevo già dedicato un po' di tempo, a leggerlo (magari non ad amarlo - anche se sicuramente aveva conquistato la mia attenzione). Quindi me lo sono intascato.
Non ho idea di chi sia l'autore delle riflessioni che in questo quaderno sono contenute; tutto ciò che so di lui è che si firma con uno strano simbolo, come due semicirconferenze incrociate con una sbarra verticale che le taglia proprio nei loro punti di intersezione. (Che descrizione dettagliata). Inoltre sembra che il tipo abbia almeno un fratello ("il mio fratellino") e entrambi i genitori; e che sia innamorato perso per una certa sbarba di cui adesso non ricordo il nome.
Una persona normale, insomma. Ammesso che questo voglia ancora dire qualcosa, di questi tempi.

Ho preso il quadernone e sono uscito da quella maledetta camera d'albergo. Mi ha proprio stufato la montagna. Penso che domani andrò sull'Isonzo.
In ogni caso, adesso la smetto di stancarvi con questa carrellata di cazzi miei e vi trascrivo un po' di "pensieri" a caso da questo famoso quadernone, con la copertina tutta a disegni colorati.

17 Luglio - Fertilia (mattina)Mio padre vuole vendere la sua canoa canadese. Non se ne parla. Quest'estate vado a fiumi con Santon. È deciso. "In canoa? Madò figo! Sì! Dove?" (17/7/09 - 11.51.10)
Scrivere da disteso e sotto il sole di mezzogiorno è difficile. Rimando a oggi pomeriggio.

Cristo, delle maledette francesi mi chiedono quanto ho da scrivere ancora. Mi danno sui nervi, con le loro erre francesi tutte gutturali. Meglio che rimandi pure io, come il misterioso autore di questo pseudodiario.
Non ho nemmeno riletto quello che ho scritto, maledizione.


Ma dove accidenti è l'Isonzo?

giovedì 2 luglio 2009

2 anni fa


Quando eravamo giovani.

Vuoto. O pieno?

Cerco un'ispirazione forte per scrivere qualcosa di nuovo. Non la trovo. Mi siedo alla mia scrivania, caffè, matita e temperino, foglio bianco. Vaghi ammassi informi di materia ideale vorticano in quella che si è soliti chiamare "mente". Ogni tanto, alcune figure vengono sputate fuori, quasi all'improvviso, da questo apeiron di pensieri e intuizioni...
Sì, volevo scrivere "apeiron".
Queste figure si definiscono, sfarfallano per qualche istante sul piano della coscienza e poi, come in un vecchio televisore, tremano sussultano e scompaiono - inghiottite di nuovo dal caos, ricacciate nell'inconscio.
Freud non aveva capito un cazzo, ma aveva anche capito tutto quello che valesse la pena capire.
Una mela, una pesca ammuffita. La faccia brufolosa di un giovane coi capelli lunghi. Un fucile da caccia. Vuoto. Altre facce di amici. Un liquido dal colore aranciato, dall'aroma vagamente pungente. Un garage... Rischio?
Immagini che crescono come bolle di sapone. E poi scoppiano!
Incoerenti, incomplete. Incomprensibili se volete. Incomunicabili. Dunque non interessanti.
Eppure io credo abbiano un valore.
No, la scrivania non è decisamente il luogo adatto. Meglio il divano. In effetti, ora sono sdraiato sul divano.
Su un divano si può stare seduti, distesi, accasciati, con le gambe incrociate, proni supini appoggiati al gomito o sul fianco si può saltare fare capriole (come da bambini. Vi ricordate da bambini?).
Si può anche dormire. Oppure scrivere. Ma la matita non va bene.
La matita è uno strumento vecchio e, se è vero che le cose vecchie sono sempre le migliori, ha pur sempre un fascino indiscusso - ma resta vecchia. La matita non è definitiva come la penna: si può cancellare. Inoltre, una matita si può temperare.
Infila la matita in un temperino e ruotala, premendo. Osserva le foglie di legno che si staccano e cadono, in cerchio. La matita muore lentamente e le parole nascono sulla pagina. È la scrittura: morte e nascita al tempo stesso. Come la vita, anche la vita è morte e nascita al tempo stesso.
Che banalità.
Neanche il divano va bene, sul divano si pensa troppo liberamente, troppo comodamente. Le immagini diventano ancora più sfuggevoli... Non ha senso continuare.
Quello che volevo catturare, la parola, lo spunto, continua a fuggire.

Rileggo quanto ho scritto finora. E non ci trovo niente: continuo a girare attorno al punto e il punto è il concetto.

Ma siamo sicuri che a qualcuno importi qualcosa del concetto?

lunedì 29 giugno 2009

Sto per tornare

Grande pubblico dell'Anti-Blog, vi annuncio il mio imminente ritorno.
Mi maturo e son qui da voi, stay tuned.

giovedì 23 aprile 2009

Berlino 2.0

Avevo interrotto l'Anti-Blog con un post sul mio primo viaggio a Berlino. Mi sembrava divertente ricominciare con un altro post sul mio secondo viaggio a Berlino.

E allora eccomi qua. Pubblico una foto e riporto l'inizio di un insensato scambio di battute tra i folgorati qua a sinistra:

- Sta riprendendo, mi sa..
- Chi?
- La telecamera.
- Da sola?
- Sì.
[...]









Guanti etnici - morbo della morte - portachiavi HR regalo - birra - depravazioni di ogni tipo - c'è solo la quinta G - la morta - tutomania - potsdam - suor maria marcella - tacheles by day - 100€ - neve, bufera & freddo - Brain Trust - pullman - "pelami il rasta" - il muro - poker - quartiere turco - banana nierum detto "grigez" - "ma voi cosa fa te di sera?" "eh, sapessi" - hardcore & cascada - olimpiastadion - la guida di nome emanuele - east side gallery (renewed).
Berlino. La città giovane.

domenica 4 gennaio 2009

Berlino

Faccia con le crepe di Martini.
Vestito tubolare di Cosimo.
Attacchi di panico di Ferro.
Vagina di Cocco.

Eroinomani & pulotti.
Sozial Zentrum & Zapata.
Robinson Cioccolatino & i suoi amici.
Birra & birra.

Sene.
Felder.
Platz.
Senefelderplatz.

Musei, freddo glaciale e Sony Center.
L'enorme oscuro bosco cittadino del terrore.
La cupola del Reichstag. E la coda per arrivarci.
Noccioline glassate, mercatini, KaDeWe, KGB e la strada dello sciopping.

McDonald.
Alex.
Maximillian.
Altri. E troppa carne.

Mangiate allucinanti.
Cagate atomiche.
Mangiate atomiche.
Cagate allucinanti.

"Dove sono i night?"
"Dove minchia siamo adesso?"
"Dov'è la torre della TV?"
"Matte, fermati che devo prendermi i guanti dalla vagina."

Il mio Creative nuovo.

Una vacanza da panico. In tutti i sensi.

Berlino 2008