mercoledì 26 maggio 2010

San Beppe e una MolesTine

Quanto segue è tratto dagli appunti di C. P. R. C***, rinvenuti in forma manoscritta nelle pagine di un'agenda di marca "Moleskine" (nella seconda di copertina, tuttavia, questa grafia è stata corretta dall'autore con l'inserimento della lettera "T" maiuscola al posto della "k" minuscola).

"Capita di svegliarsi ed avere i capelli di un altro colore. E di un'altra lunghezza.
Capita anche di svegliarsi in un letto sporco e mortalmente gelido, con un potente raffreddore che aggredisce tutte le fottute mucose che stanno tra la trachea e il mondo esterno.
Una scritta di indelebile nero sul polpaccio sinistro, perfettamente definita, tipo HD. Qualche ricordo. Un certo numero di ferite incrostate prodotte dal morso di strani insetti. Poca voglia di alzarsi da quel letto sporco, necessità di bere, "fame d'aria", eccetera.
E la sensazione di aver ricevuto, in sogno, un'illuminazione.
La vita è dura a V City, specialmente nel quartiere-ghetto di San Beppe. Questo è certo.
Ed è altrettanto certo che ho bisogno di un caffè. Mi trovo costretto a gestire una dipendenza da caffeina.

Ma che cazzo vado raccontando? [...]"

Omettiamo le successive riflessioni non interessanti riguardanti i classici problemi e interrogativi dell'umanità (esistenza di un Dio, esistenza di un Io, esistenza di qualcosa di commestibile nel frigo, ecc.).

"[...] L'illuminazione, in ogni caso, riguardava la chiara esigenza di abbellire la parete adiacente al mio letto con una doppia scaffalatura in legno scuro su cui esporre, non senza una certa dose di vanagloria, qualche volume di mia più recente lettura. O anche no.
C. P. R. C***, V City, Venerdì 21 Maggio 2010"