sabato 31 luglio 2010

martedì 13 luglio 2010

Erano scimmie vaganti

Ho voglia di prendere il mio frisbee e la mia molesTine e il mio telo mare verdeazzuroblù e i miei occhiali da sole e il mio AntiPod e mettere tutto nella mia sacca blu con le stelle che erano dorate ma ora sono marroncine e uscire di casa e chiudere a chiave la porta vecchia di legno vecchio e bucherellato e poi mettere anche le chiavi nella sacca e poi accorgermi di aver dimenticato il cellulare sulla scrivania che invece è di legno nuovo e chiaro e lucido anche se un po’ ammaccata in fondo lo è e poi accorgermi che in realtà il cellulare non serve proprio a niente e infatti per migliaia di anni noi uomini che discendiamo dalle scimmie ne abbiamo fatto a meno e quindi scendere le scale di corsa saltando i gradini due alla volta sorridendo per questa epifani storico-tecnologica e uscire dal mio piccolo condominio giallo sporco vecchio e bucherellato anche lui e lasciare aperto il portoncino di metallo nero e vetro sporco che tanto i ladri non vengono di giorno e poi superare anche il cancello di ferro arrugginito e correre in strada e per strada e attraverso la città senza meta proprio in modo da comprendere il significato del termine vagare o forse non comprenderlo ma più che altro metterlo in atto e quindi esperirlo o intuirlo o chissà cosa ma insomma vagare vagare e poi vagare ancora nell’oblio di cemento grigio e mattone rosso della città arsa dal sole e bagnata dall’umidità e dallo smog che si mescolano e si uniscono in un unico fluido la cui presenza è percepibile e vagare in queste enormi terme o enorme sauna che è la città vagare sì perchè vagare è ciò che dovremmo fare per essere felici o per provarci almeno vagare in questo mare caldo e appiccicoso di sole e sudore e afa e poi ritrovarmi all’improvviso sdraiato sull’erba al centro di un grande parco di quelli con gli alberi e le stradine polverose di sassi bianchi e una brezza che potresti dire celeste che soffia sempre anche nel giorno più caldo dell’estate più calda e i laghetti e i canaletti e le oche e gli scoiattoli e gli altri animali che di solito vivono in quel genere di parchi che poi sono quelli che puoi trovare a Londra che d’estate sono freschi e luminosi e felici e colorati non come il Tiergarten che sembra più che altro una foresta e dentro ti ci puoi perdere e a Berlino la notte arriva presto e di notte in mezzo a quel bosco ho sempre pensato che ci andassero gli eroinomani anche loro gialli sporchi e bucherellati.
Se devo passeggiare per il Tiergarten allora forse tanto vale restare a casa.

mercoledì 7 luglio 2010

Comunicazione di servizio

I gentili lettori sono pregati di esaminare quanto segue con discreta attenzione. I lettori che, non essendo gentili, trovano inopportuno l'uso di tale appellativo sono invece pregati di segnalarlo alla Redazione che, come spesso accade, se ne sbatterà le palle.

L'AntiBlogger è (probabilmente) giunto ad un bivio o, quantomeno, ad una svolta in quella sua vita di cui tanto si lagnava, spesso senza motivo, attribuendole eccessiva piattezza e scarsa esuberanza, nonchè una certa mancanza di contenuti interessanti. In sostanza, l'AntiBlogger potrebbe aver finito di annoiarsi. Potrebbe aver trovato un nuovo gingillo.
Ovviamente questo non significa che il favoloso progetto "AntiBlog" sia giunto ai suoi ultimi giorni, anzi. L'AntiBlog risorgerà dalle sue (penose) ceneri più bello e scintillante che mai, eccetera. É infatti in programma una revisione contenutistica e (forse) estetica del blog più sconosciuto agli italiani, ma non vedo come questo potrebbe interessarvi. In effetti, non entusiasma più di tanto neppure l'AntiBlogger - una gravosa sfacchinata dai dubbi risultati non esalterebbe il più alacre discepolo zen, figuriamoci quel pigro couch potato.
Ciò che potrebbe invece interessarvi è la seguente notizia, tratta dal Magico Mondo di Facciabuco (il quotidiano mentale del profilo su FB dell'AntiBlogger):

«Il giorno Mercoledì 7 Luglio, in orario posteriore alla cena, è stato osservato uno scambio di idee pericolosamente allusive a un progetto redazionale tra l'AntiBlogger e un suo vecchio amico, il cui nome ricorda quello di alcuni imperatori del Sacro Romano Impero e il cui cognome è buffamente scritto a grandi lettere dorate sulla facciata di un noto albergo di lusso veneziano. I due hanno:
  • chiacchierato ricordando i bei tempi andati;
  • chiacchierato informandosi reciprocamente sullo stato attuale degli affari dell'altro;
  • chiacchierato prospettando probabili scenari futuri e improbabili inviti a cena;
  • osservato l'attuale situazione della blogosfera italica - o, almeno, di una parte importante di essa;
  • analizzato brevemente i tentativi, risalenti a più di un anno fa, di inserimento nella blogosfera stessa tramite uno strampalato esperimento di nome "AntiMonio".
  • concluso che, sì, in effetti, tutto sommato, perchè no? Si potrebbe riprovarci. Magari cambiando nome.»
Perchè "AntiMonio" non aveva proprio alcun senso.


Certo, è proprio come pensi: quattro parole sono state colorate di rosso al solo scopo di infastidire te, lettore puntiglioso.

Quando non scrivo di solito leggo

È ormai troppo tempo che non scrivo qualcosa di interessante. Se non scrivo, il più delle volte significa che non rifletto. Non penso. Non analizzo ciò che mi accade, o ciò che dico. O ciò che faccio.
I volti che vedo.
Le emozioni che provo; le sensazioni che percepisco.
Le lacrime secrete dalle ghiandole poste negli angoli superolaterali delle mie orbite o delle orbite altrui.

Tutto questo scorre via, proprio come quelle lacrime, lontano da me e dal mio agire cieco e confuso. Quando non scrivo vuol dire che non me la passo troppo bene.
Quando non scrivo di solito leggo.

martedì 6 luglio 2010

Scivolando verso una Donna di Picche

Felicità è lavarsi i denti dopo cena.
(Come ci ha insegnato la mamma)