lunedì 31 gennaio 2011

60 Percent - NOFX

I'm not here to entertain you
I'm here to meet my friend the Russian
The Irish, the German, the Columbian

I don't care how bad I fuck up
I care about how fucked up I get
I'm not your clown
I'm your dealer

And I'm holding three bindles of bullshit
And you're buyin' them 'cause you are addicted
To the pure and totally uncut

I'm not here to amuse you
I'm here to abuse my body
I'm here because old habits die hard

And seriously, what else am I supposed to do?
This isn't my job, my hobby, my habit
It's sad, but this is my life

Welcome to our mission statement
Total self-debasement
And not giving our all

Watch us Fall!

It's not that we don't pull it
It's just that we only give about 60 or so percent

Would you rather be fed bullshit
From some 20-something, makeup wearing, popstar

"This one goes out to all our fans all over the world
Without you, we'd just be us.
So, I just wanna say thank you!
We fuckin' love you, Modesto!"

Fuck you!

And your "takin' it easy before the show
So you won't lose your voice
And disappoint your fans" routine

And you don't care about the children
You don't even know them
All you know is their money

(E un suggerimento.)

8.37

Io: «Buongiorno.»
Lui: «As-salam ‘alayk!»
Io: «Come, scusa?»
Lui: «È arabo. Vuol dire "pace si di te". Devi rispondere: "wa-s-salam ‘alayk"...»
Io: «Capisco. Wa-s-salam ‘alayk, allora.»
Lui: «Dì un po', quanti anni hai?»
Io: «Venti.»
Lui. «E dove vai a scuola?»
Io: «Studio a Padova, all'università...»
Lui: «Che facoltà?»
Io: «Matematica.»
Lui: «Caspita. Complimenti.»
Io: «Grazie. Buona giornata e buon lavoro!»
Lui: «Buona giornata.»

Lui è un muratore, uno di quelli che lavorano al cantiere di fronte a casa mia.
Io sono uno che ha ancora molto da imparare.

domenica 30 gennaio 2011

Se una barista vi offrisse una vodka ucraina, sia anatema!

sabato 29 gennaio 2011

Storie Brevi: e il pinguino sbatté le ali

C’era una volta un pinguino. Penne e piume bianche e nere, becco arancione. Rapidi passi incerti e occhi lucidi, sembrava triste o impaurito. Un orologio da taschino in oro massiccio, col quadrante tempestato di zaffiri e rubini: un accessorio di un certo valore, insomma. Sbatteva la porta di casa alle sue spalle, risaliva la strada ghiacciata e deserta, sbuffando e incespicando, mani in tasca e occhi a terra, di fretta.
I tre killer, invece, stavano fermi e riposavano. Due di loro fumavano, il terzo semplicemente fissava il vuoto. Mani in tasca, anche loro.
La Pina cucinava biscotti caserecci, di quelli col cioccolato che sicuramente vostra madre o vostra nonna vi avranno preparato qualche volta. La Pina ne riusciva a cuocere una decina ad ogni infornata. Tre infornate alla mattina, quattro al pomeriggio. Ogni giorno, da vent’anni. Stesso grembiule rosa sbiadito, stesso mestolo di legno scuro, stesso guantone da forno. I biscotti venivano disposti con cura su un vassoio, dove restavano per un giorno o due. Poi venivano gettati in un sacco di plastica, il quale si riempiva nel giro di tre o quattro giorni. E alla fine il sacco scompariva fuori dalla porta. La Pina era orgogliosa dei propri biscotti.
Il coniglio rosso, come potete immaginare, ci stava dando dentro. La coniglia sua partner era gialla e, dunque, i coniglietti sarebbero probabilmente nati di una bella sfumatura arancione.
Il druido, incappucciato, nero e curvo sul suo tavolo da lavoro, maneggiava ampolle e cilindri graduati. Non indossava maschere o occhiali protettivi, col tempo aveva sviluppato una certa tolleranza ai fumi prodotti dalle sostanze che trattava. Lentamente, meticolosamente, versava il liquido biancastro in un pentolino posto sopra una fiammella. Poche gocce, poi mescolava, aspettava una manciata di secondi e ricominciava daccapo.
Il giullare cantava e raccontava, strimpellando la sua chitarra. Il giullare ero io.
E il pinguino sbatté le ali.

giovedì 27 gennaio 2011

Mi va di informarvi del fatto che da oggi troverete alcuni miei post anche qua, a quanto pare.

(Ne approfitto per ringraziare i miei ospiti: Bar Tre e Betta).
(E per dirvi che lei è morta. Un anno fa, cazzo).

Quando la fisica sbaglia (1)

Il freddo accresce le distanze.

Dimostrazione
Come tutti ben sanno, nel periodo invernale una buona parte delle specie animali va in letargo o migra verso zone del pianeta più calde. Questo fatto innegabile costituisce un'ottimo punto di partenza per il nostro argomento, oltre che un utile criterio di classificazione delle specie in "furbe" (quelle che cercano, con opportune strategie, di difendersi dal freddo) e "non furbe" (quelle che, invece, non lo fanno). Gli animali non amano l'inverno. Lo temono.
Ora, negare la superiorità intellettuale dell'uomo rispetto alle altre specie animali sarebbe da pazzi: dunque risulta legittimo supporre che l'essere umano, in quanto animale intelligente, risponda al problema del freddo con determinati comportamenti. Osservando che la possibilità di "svernare" in luoghi caldi è preclusa alla maggior parte della popolazione per banali motivi economici, possiamo dedurre che l'uomo medio reagisce al problema-freddo con una forma evoluta e "civilizzata" di letargo. E l'esperienza conferma questa conclusione.
Il letargo civile è fondamentalmente analogo a quello animale, ovvero ne condivide l'idea di fondo: rintanarsi è meglio. Con "rintanarsi" intendiamo quell'insieme di azioni a basso consumo che consentono la sopravvivenza dell'individuo e poco più. Per l'animale comune, questo significa essenzialmente dormire e mangiare le provviste precedentemente accumulate; per l'animale uomo, invece, il "bisogno della tana" (sintagma che si presta, volendo, ad un'interpretazione goliardica e forse un po' volgare) si traduce nella riduzione al minimo di tutte le cosiddette "attività sociali" che lo caratterizzano. L'essere umano continua a svolgere le azioni necessarie al suo mantenimento (shopping, attività fisica, studio o lavoro, ecc.) ma tende ad abbandonare momentaneamente la gran parte degli svaghi o, più in generale, delle abitudini che gli sembrano superflue. Questo perchè preferisce starsene spaparanzato sul divano, magari sotto una morbida copertina di lana, piuttosto che uscire di casa per recarsi al cinema/al pub/a casa di amici/dalla nonna morente/alla recita della figlia o alla partita di baseball del figlio/al concerto della popstar del momento/ecc.
Se decide di abbandonare la "naturale" posizione orizzontale e l'ancor più genuina protezione delle mura casalinghe, l'uomo medio lo fa controvoglia.
Le azioni necessarie a raggiungere la meta si moltiplicano e, in questo senso, il freddo accresce le distanze. Fine della dimostrazione.

La legge fisica che descrive la dilatazione termica lineare, dunque, andrebbe riformulata nel modo seguente:
Δl = -λl1ΔT
(Dai diari di Jack Maths).

martedì 25 gennaio 2011

che fare?

e dopo molto tempo mi ritrovo seduto alla mia vecchia scrivania flexa di legno ammaccata rigata smembrata e traballante e ascoltando l'ultimo grande album dei newyorchesi mgmt di brooklyn col loro suono elettronico ascoltando dicevo questa musica coinvolgente avvolgente commovente a volte insomma ascoltando scrivo e bevo tè bevo tè e scrivo liberamente e alternativamente senza meta senza progetto senza in effetti avanzare giusto per il gusto di sentire il suono delle mie dita secche e nodose che scorrono sulla tastiera tap tap tap tap stlak che è il suono del pulsante per lo spazio inteso come spazio vuoto gap direbbero gli inglesi tra due parole non inteso come spazio tipo quello che sta là in cima al cielo e da cui vengono gli alieni ma comunque ho un terribile raffreddore fuori in questi giorni si gela proprio non capisco perchè l'architetto del mondo si è sentito in dovere di aggiungere l'inverno alle altre tre stagioni che in fondo erano già tante certo così l'anno dura di più ma a che prezzo il prezzo è appunto questo raffreddore che mi rincitrullisce e mi costringe a bere una quantità praticamente infinita di tè senza poterne apprezzare l'aroma che poi in realtà so bene che è solo un sapore selezionato e confezionato dai signori della twinings per me e migliaia di miei simili che berranno questo stesso tè che viene da lontano per nave dorso d'asino treno carovana gasdotto e/o chissà che altro e arriva

sulla mia tavola

in una esclusiva confezione di latta colorata che soddisfa nella forma nell’aspetto il bisogno estetico mio e dei miei colleghi consumatori ma sto divagando il nocciolo della questione erano appunto le nocciole nel barattolo di vetro decorato tipo bassorilievo appoggiato sul piano ligneo di questa mia vecchia scrivania nocciole che ogni tanto mangio ma non mi piacciono tanto e poi non fa bene mangiare fuori pasto e non fa nemmeno bene scrivere senza argomento così a cazzo e invece io a quanto pare me ne frego e tap tap tap tap le mie parole sono proprio come queste noccioline tutte più o meno simili più o meno cromaticamente analoghe più o meno insapori e certamente già passate sulla bocca d’altri non proprio queste certo ma altre esattamente identiche

capite il dramma

ma adesso per ridere adesso visto che cercar d’atteggiarsi da persone serie per troppo tempo è cosa da arroganti o da idioti e poi è molto ipocrita adesso insomma per ridere adesso cambio argomento e vi racconto una storia la storia di un pappagallo che sta appoggiato sulla spalla di uomo di colore che cammina per strada ma ad un tratto si ferma non cammina più resta immobile in mezzo alla strada a fissare il vuoto con quel buffo pappagallo sulla spalla immobile pure lui e la colpa è tutta del vecchio jack che si è accorto che si tratta di una storiella politicamente molto scorretta tanto che forse sarebbe meglio non raccontarla affatto e allora cambiamo ancora argomento e lasciamo l’uomo di colore e il pappagallo alla loro inerte immobilità e parliamo dell'attualità italiana ad esempio pare che sia il 150esimo anniversario dell’unità d’italia dico per dire dico per ridere insomma è passato un sacco di tempo da questo risorgimento di una nazione che s’era fatta ma bisognava ancora fare gli italiani a me pare che adesso siano abbastanza fatti pure loro permettetemi questa battutaccia e comunque nessuno si ricorda cosa sia questa italia ammesso che sia mai esista forse sui libri del guidorizzi ve lo ricordate il guidorizzi forse dovremmo chiederlo a lui dov’è finita l’italia di cui scriveva in fondo sembrava che la conoscesse bene che fossero quasi amici ma del resto si sa che a una certa età invecchiando si cominciano a perdere molte buone abitudini come ad esempio uscire di casa utilizzare strumenti tecnologicamente avanzati e mantenere vive le nostre amicizie ecco l’ho detto chissà se il guidorizzi e l’italia sono ancora amici chissà qua chissà là vedo gente confusa ma forse è solo il mio specchio certo c'è chi comunque non ne fa una tragedia e si distrae con la fica ma insomma qualcuno si pone il problema e poi va a sbronzarsi per forza di cose perchè la soluzione gli sfugge e a questo punto come non pensare al vecchio hemingway che sul tema la sapeva lunga assai e poi non si può non pensare ai mandarini che a differenza delle mele hanno capito bene come va a finire se ne sono fatti una ragione e si sono già divisi diligentemente in spicchi e ancora come non pensare a joe strummer che diceva che

pensare è il motivo per cui svegliarsi alla mattina

e aveva molto probabilmente ragione anche se non va dimenticato che nel sonno il cervello non cessa affatto di lavorare anzi ricordate a tal proposito la canzone dei tre allegri ragazzi morti che s'intitola piccolo cinema onirico ma tanto per restare in tema musicale e citare un altro grande maestro della creatività commerciale ricordatevi intendo a proposito di quanto diceva invece strummer ricordatevi che opportunities come once in a lifetime perciò carpe diem e buona notte

sono due visioni diverse e opposte a mio parere anche se di certo non sono le uniche

mercoledì 19 gennaio 2011

La ribellione di Mike Cameron

L'AntiBlogger non è più produttivo da tempo, quindi vi propone testi scritti da altri. Già.

Da No Logo di Naomi Klein (quarto capitolo, Il branding dell'istruzione. Pubblicità nelle scuole e nelle università):
Forse il peggiore di questi esperimenti fu condotto nel 1998, quando la Coca-Cola organizzò un concorso chiedendo a diverse scuole di presentare un progetto per la distribuzione di buoni Coca-Cola agli studenti. La scuola che avesse elaborato la migliore campagna promozionale avrebbe vinto 500 dollari. La Greenbrier High School di Evans, in Georgia, prese il concorso molto sul serio, organizzando alla fine di marzo una giornata ufficiale della Coca-Cola, il Coke Day, durante la quale tutti gli studenti indossarono magliette della Coca-Cola, si fecero fotografare disposti in modo da comporre la parola Coke, seguirono lezioni tenute da dirigenti della Coca-Cola e impararono qualcosa su tutte le cose nere e con le bollicine nelle loro classi. Un piccolo paradiso del marchio, fino a che la preside non venne a sapere che un certo Mike Cameron, un ragazzo di diciannove anni, in un deplorevole atto di sfida, si era presentato a scuola indossando una maglietta con il logo della Pepsi. Per questa infrazione fu immediatamente sospeso. «So che suona male: "Allievo sospeso per aver indossato una maglietta recante il logo Pepsi durante il Coke Day"» disse la preside, Gloria Hamilton. «Avremmo potuto soprassedere... se si fosse trattato di un evento interno. Ma da Atlanta erano giunti in aereo rappresentanti della Coca-Cola per farci l'onore di parlare del loro marchio. Quel ragazzo sapeva che avevamo ospiti.»
In Italia siamo ancora lontani, fortunatamente, dalla penetrazione aziendale nel mondo dell'istruzione avvenuta negli USA, ben descritta nel capitolo da cui è tratto questo aneddoto. Proprio per questo non dobbiamo sottovalutare il pericolo dell'ingresso dei privati nei nuovi Consigli d'Amministrazione delle università. Per ora, la presenza dei marchi nelle università e nelle scuole si limita sostanzialmente ai distributori di bevande: i nostri luoghi di studio sono ancora una terra relativamente vergine che prima o poi, se non vigileremo, qualche governo spregiudicato cederà ad aziende senza scrupoli per recuperare un po' di grana.

(Un'analisi riassuntiva della riforma la trovate qui, nel caso vi interessasse).
(Questa, invece, è la pagina di Wikipedia relativa alla vicenda di Cameron).