Con giorni di ritardo risponderò ad M, non senza aver prima rivolto un accorato appello ai miei cari commentatori affinchè scelgano nickname meno volgari e più rispettosi della sensibilità altrui.
L'iPhone è molto probabilmente una "borghesata", nel senso che mi sembra essere il tipico prodotto-simbolo dell'ideale piccolo borghese. Detto questo, l'ambizione storica della working class è sempre stata, di fatto, il raggiungimento o, nelle circostanze in cui tale raggiungimento sia impossibile, l'emulazione della classe borghese. (Allo stesso modo, le altre classi sociali tendono a emulare quelle a loro superiori). Perciò, anche ammesso che Cocco sia esponente politico di una classe "proletaria" - affermazione che, del resto, non ha alcun significato nel contesto spaziotemporale in cui avviene questa discussione - non c'è da stupirsi che abbia acquistato, avendone la possibilità, un iPhone.
Io critico l'acquisto dell'iPhone non, per così dire, dalla parte dell'acquirente, ma dall'altra, quella del produttore. Mi spiego: l'iPhone è come Potsdamer Platz: il simbolo del sistema capitalista, della tecnologia e dello sviluppo, dell'opulenza occidentale, con tutti i suoi squilibri, il suo sviluppo iniquo, etc etc. Cose che Cocco, benché non abbia più senso oggigiorno il termine "proletario", dovrebbe comunque avversare, piuttosto che finanziare con i suoi soldi.
Cocco può tranquillamente comprarsi l'iPhone, non è questo il problema: è il sistema che sta dietro all'oggetto stesso che non va.
Dipende, io credo esista modus in rebus. Il cellulare oggi non discuto sia una necessità, quindi è inevitabile finanziare il sistema con l'acquisto di uno di essi. Tuttavia, per richiamare un discorso marxiano, l'iPhone mi sembra riassuma emblematicamente in sé tutta una serie di bisogni indotti dalla società.
Tu ora mi dirai: come fai a bollare un bisogno indotto piuttosto che reale? Eh, bel problema...
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Molti uomini e un numero ancora maggiore di donne si sono probabilmente chiesti, dopo aver visitato l'Anti-blog, chi fosse CosimoAntiBlogger: mitologica figura inventata da uno scapolo Calabrese o uomo vero, in carne ed ossa? Semplice prodotto di una mente perversa o realtà oggettiva? Fratello di Topolino e cugino di Pippo o studente brillante & petulante? Fan delle Spice Girls o dei 70s (sex drugs and Rock'n'Roll)? Mi dispiace, ma non ho intenzione di rispondere a queste domande del cacchio.
L'iPhone è la borghesata somma, credo. Ciò fa politicamente a pugni con Cocco. Ma forse no.
RispondiEliminaIo non credo.
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaIntendi forse che l'iPhone non sia una borghesata?
RispondiEliminaabbasso l'ifogn!
RispondiEliminaCon giorni di ritardo risponderò ad M, non senza aver prima rivolto un accorato appello ai miei cari commentatori affinchè scelgano nickname meno volgari e più rispettosi della sensibilità altrui.
RispondiEliminaL'iPhone è molto probabilmente una "borghesata", nel senso che mi sembra essere il tipico prodotto-simbolo dell'ideale piccolo borghese. Detto questo, l'ambizione storica della working class è sempre stata, di fatto, il raggiungimento o, nelle circostanze in cui tale raggiungimento sia impossibile, l'emulazione della classe borghese. (Allo stesso modo, le altre classi sociali tendono a emulare quelle a loro superiori).
Perciò, anche ammesso che Cocco sia esponente politico di una classe "proletaria" - affermazione che, del resto, non ha alcun significato nel contesto spaziotemporale in cui avviene questa discussione - non c'è da stupirsi che abbia acquistato, avendone la possibilità, un iPhone.
Io critico l'acquisto dell'iPhone non, per così dire, dalla parte dell'acquirente, ma dall'altra, quella del produttore. Mi spiego: l'iPhone è come Potsdamer Platz: il simbolo del sistema capitalista, della tecnologia e dello sviluppo, dell'opulenza occidentale, con tutti i suoi squilibri, il suo sviluppo iniquo, etc etc. Cose che Cocco, benché non abbia più senso oggigiorno il termine "proletario", dovrebbe comunque avversare, piuttosto che finanziare con i suoi soldi.
RispondiEliminaCocco può tranquillamente comprarsi l'iPhone, non è questo il problema: è il sistema che sta dietro all'oggetto stesso che non va.
Ma quello stesso sistema sta dietro ad ogni altro oggetto prodotto e venduto; lo finanzi acquistando qualunque cosa, non solo l'iPhone.
RispondiEliminaDipende, io credo esista modus in rebus.
RispondiEliminaIl cellulare oggi non discuto sia una necessità, quindi è inevitabile finanziare il sistema con l'acquisto di uno di essi. Tuttavia, per richiamare un discorso marxiano, l'iPhone mi sembra riassuma emblematicamente in sé tutta una serie di bisogni indotti dalla società.
Tu ora mi dirai: come fai a bollare un bisogno indotto piuttosto che reale? Eh, bel problema...