domenica 13 settembre 2009

La corsa. Di nuovo.

A volte ti capita di svegliarti alla mattina e provare un senso di grande sconforto, di inadeguatezza; ti alzi, ti vesti, magari esci per andare a scuola o al lavoro; ma quella spiacevole consapevolezza non ti abbandona - ti insegue e non ti molla.
Stai deludendo i tuoi genitori. Sprechi le tue giornate. Rischi di buttare via la tua vita facendo le scelte sbagliate, oppure facendo le scelte più comode. Non sai più se ciò che fai è davvero ciò che vuoi fare, oppure se è solo ciò che gli altri si aspettano da te.
Mille interrogativi ti ronzano nella testa, rimbalzando sulle pareti della scatola cranica. Ti riempiono il cervello, ti tolgono il respiro.
Allora è chiaro che ti viene una forte emicrania. Ed è chiaro che tratti male i tuoi amici, i tuoi familiari. Chiunque ti stia vicino. Diventi scontroso, quando senti di deludere gli altri e quando, al tempo stesso, ti convinci che gli altri stiano deludendo te.
Può capitare, in queste situazioni, che anche i migliori facciano qualcosa di cui poi si potranno pentire. E tu non sei affatto tra i migliori.
Ti può capitare di perdere il controllo, di rispondere male a chi non dovresti. Può capitarti di scappare.

Ma è proprio a quel punto, quando ti convinci che tutto è inutile, che le cose potranno solo peggiorare e che gli altri, in fondo, non ti capiranno mai, è proprio a quel punto che ti accorgi di quanto tu ti stia sbagliando. Ti accorgi che le tue preoccupazioni sono solo passeggere e le tue ansie immotivate. Ti accorgi che c'è sempre qualcuno pronto a volerti bene.
E, soprattutto, ti accorgi che c'è sempre qualcuno che soffre più di te.

A quel punto non ti resta che pedalare sotto la pioggia, verso mete non ben definite, ricordando le corse del passato e i mancati traguardi. Correndo (e non scappando), dopo aver parlato con chi è davvero importante per te. Tenendo gli occhi puntati all'orizzonte, continuando a sognare.
Ridendo.

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