sabato 19 dicembre 2009

Neve nella campagna bolognese e altri racconti

Ovviamente in questi giorni non dovrebbe essermi troppo di peso scrivere un paio di post, anche interessanti, incentrati sui soliti scontatissimi temi che affollano la mia vita borghese di studente universitario. Questo perché, al momento, posso considerarmi in vacanza per aver concluso la mia prima sessione d’esame con più che discreti risultati e, di conseguenza, le mie giornate sono principalmente dedicate ad un sano cazzeggio ricreativo/culturale. Con forte prevalenza della componente ricreativa, questo è certo.
In ogni caso, il tempo per riflettere, elaborare boiate e darci successivamente forma scritta non manca. Perciò, perché non iniziare?

Al momento siedo al tavolo dell’afosa camera numero 123 dell’albero “Ca’ della Ghironda” (o qualcosa del genere), Ponte Ronca di Zola Predosa, Bologna. In questo simpatico resort (che è anche museo d’arte) si sta tenendo la scuola politica invernale dei Giovani Democratici, in cui intervengono tanti bravi relatori e bla bla bla non è di questo che vi voglio parlare. Tutto ciò riguarda troppo da vicino la mia vita e so per certo che, scrivendone, finirei col cercare di far sembrare ciò che faccio molto più importante, interessante o esaltante di quanto in realtà sia. Risulterei, in sostanza, arrogante. Ed avendo osservato giusto ieri sera come un’esposizione arrogante di contenuti interessanti da parte di personaggi estremamente colti e preparati rimanga un’esposizione fastidiosa e debole, non sono interessato a commettere questo particolare errore in prima persona.
Ma anche, più semplicemente, non ho voglia di parlarvene.

Di cosa voglio parlarvi?
Ci sono, effettivamente, alcuni spunti di riflessione su cui continuo a tornare col pensiero, da almeno una decina di ore. I miei esami, riflessioni sulla politica locale, il cazzeggio, la neve, i videogames e la buona musica. Qualche manciata di minuti fa sono anche riuscito a schematizzarli per iscritto in una specie di bozza, vincendo la mia ormai proverbiale pigrizia. Tutto pareva pronto per la redazione di un post ben costruito. E invece.

Vaffanculo. Perché affaticarsi inutilmente, quando già sto scontando le inevitabili conseguenze di ore di sonno arretrato?
Perché sforzarsi di dare una forma convenzionalmente decente ai miei non interessanti pensieri?
Per chi?
È l’abitudine. Alla routine. Che è monotonia.
Piatto grigiume collettivo, unico collante di questo nostro sconclusionato stare assieme. Un non-comportamento dove non esistono aggettivi. Dove non esistono discorsi. Comunicazione.
Io. Tu. Noi. No, non importa. Davvero.
Voi.
Quell’altro coglione.
Loro.
Vaffanculo.

La stanchezza ti allontana dalle cose.
Capisco il protagonista senza nome di Fight Club.

11 commenti:

  1. perchè scrivi? hai bisogno di metterti in relazione con....? vuoi affermare la tua personalità? ti diverti ? dai un senso al tuo stare nel mondo? forse anche per gli arroganti e colti relatori è così, gli uomini hanno dannatamente bisogno di comunicare tu sei un uomo, io no

    RispondiElimina
  2. cosimo ai lov iu!
    uuuuuhhh
    abbasso chi ti fa tante domande inutiliii!! ti proteggo io dai cazzeggiatori del web! megaaaa

    RispondiElimina
  3. (secondo me era tua mamma)

    RispondiElimina
  4. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  5. Immagino, ma volevo sapere quale dei due conosci.

    RispondiElimina
  6. Ah, speravo solo il film. Perché devi conoscere ciò di cui discuti, ma non ho assolutamente voglia di leggermi il libro.

    (spunto di riflessione: sperare nell'ignoranza di qualcun'altro. Si può sperare in qualcosa come l'ignoranza?)

    RispondiElimina
  7. Il libro non è malvagio, si legge in fretta e riesce anche a piacere; personalmente non lo ritengo una stronzata. Il fatto che poi il vecchio Chuck abbia scritto decine di libri girando attorno alla stessa idea (distruggiamo la società capitalistico-consumistica per essere liberi e per salvarci) è un altro discorso :)
    Del resto, credo che potremmo discutere quasi indifferentemente del libro o del film, in questo caso, visto il secondo segue piuttosto precisamente il primo (e il fatto che questo sia scritto con quella specie di tecnica cinematografica che piace tanto ai narratori contemporanei aiuta molto, ovviamente).

    (Si può perchè si fa. Se poi sia giusto farlo o meno, questo è un altro discorso XD)

    RispondiElimina

Lascia qui i tuoi commenti ai miei post.
Nota bene: i commenti verranno pubblicati dopo essere stati letti dall'amministratore dell'Anti-Blog, cioè da me.
I commenti anonimi sono accettati, ma non sono graditi.