lunedì 31 gennaio 2011
60 Percent - NOFX
I'm here to meet my friend the Russian
The Irish, the German, the Columbian
I don't care how bad I fuck up
I care about how fucked up I get
I'm not your clown
I'm your dealer
And I'm holding three bindles of bullshit
And you're buyin' them 'cause you are addicted
To the pure and totally uncut
I'm not here to amuse you
I'm here to abuse my body
I'm here because old habits die hard
And seriously, what else am I supposed to do?
This isn't my job, my hobby, my habit
It's sad, but this is my life
Welcome to our mission statement
Total self-debasement
And not giving our all
Watch us Fall!
It's not that we don't pull it
It's just that we only give about 60 or so percent
Would you rather be fed bullshit
From some 20-something, makeup wearing, popstar
"This one goes out to all our fans all over the world
Without you, we'd just be us.
So, I just wanna say thank you!
We fuckin' love you, Modesto!"
Fuck you!
And your "takin' it easy before the show
So you won't lose your voice
And disappoint your fans" routine
And you don't care about the children
You don't even know them
All you know is their money
(E un suggerimento.)
mercoledì 15 dicembre 2010
È semplice
per quanto mi ritenga superiore alle vostre debolezze psicologiche
per quanto non creda
per quanto non abbia fiducia in me medesimo o nel prossimo o nella realtà stessa
sebbene io abbia smesso di cercare risposte
sebbene sempre nuove domande mi si continuino a presentare
per quanto possa bestemmiare il vostro dio
per quanto sia disilluso, scettico e tendenzialmente nichilista
e nonostante detesti ogni preghiera di ogni credente di ogni religione di questo sporco mondo
voglio pur credere che qualcuno ci abbia fatto dono degli Agrumi.
domenica 19 settembre 2010
Illogicità
Mi ha cominciato a frullare in mente mentre cercavo in frigo qualcosa da mettere sotto i denti per colazione e riguarda i succhi di frutta. Suona più o meno così: perché mai dovrei bere/comprare un succo di frutta, diciamo, alla pera? Voglio dire: se bevo un succo alla pera si suppone che io abbia sete e mi piacciano le pere. Tuttavia, se ho sete e mi piacciono le pere, posso bere dell'acqua e mangiare una pera, in alternativa al succo. In questo modo, considerato che l'acqua disseta più di qualunque bevanda zuccherata presente sul mercato e che la qualità di una pera comprata dal fruttivendolo è di gran lunga superiore a quella della sbobba al gusto di pera con cui preparano il succo di frutta, ottengo una soddisfazione decisamente maggiore a un prezzo probabilmente inferiore.
Ragionavo in questo modo, mentre versavo il succo in un enorme bicchiere. Non avevo proprio voglia di sbucciarla, quella maledetta pera.
giovedì 9 settembre 2010
Let me amplify the noise
La saggezza non può essere trasmessa. La saggezza che un saggio tenta di trasmettere suona sempre simile alla follia.
mercoledì 8 settembre 2010
Non è niente di ciò a cui potrebbe far pensare
— Vero.
— Il bello, invece, è saper dire qualcosa anche quando non si ha nulla da dire.
— Certo. Ciononostante, il giusto è quando si dice ciò che si ha da dire.
— ... però è giusto anche non dir nulla quando non si ha nulla da dire, no?
— Io non credo.
— Ma come?
— Io credo che l'importante sia saper dire qualcosa: comunicare, insomma.
— E cosa si può comunicare, se manca il contenuto? La forma di per sè non può bastare!
— Se il contenuto manca, bisogna saperlo inventare.
— Ma se non ci si riesce, allora si deve tacere.
— Infatti.
martedì 13 luglio 2010
Erano scimmie vaganti
mercoledì 7 luglio 2010
Quando non scrivo di solito leggo
martedì 6 luglio 2010
Scivolando verso una Donna di Picche
mercoledì 13 gennaio 2010
Secondo giorno di esilio
Oggi mi andava di dare un regolamento esplicito ed ufficiale all'Anti-Blog. Ci ho pensato un po' sopra ed ecco il risultato:
La prima regola dell’Anti-Blog è che ci si scrivono solo cazzate.
La seconda regola dell’Anti-Blog è che non ci si scrivono cazzate, per nessun maledetto motivo.
La terza regola dell’Anti-Blog è che non si parla del Fight Club.
La quarta regola dell’Anti-Blog è che non si parla del Fight Club. Per chi non l’avesse capito.
La quinta regola dell’Anti-Blog è che non si desidera la moglie o la casa altrui.
La sesta regola dell’Anti-Blog è che Babbo Natale esiste ed è malvagio.
La sesta regola dell’Anti-Blog è che non si sorpassa mai a destra.
La settima regola dell’Anti-Blog è che ci sono due seste regole.
L’ottava regola dell’Anti-Blog è che se stai leggendo qui, la tua anima mi appartiene.
La nona regola dell’Anti-Blog è che i minorenni non possono usare la magia al di là delle mura di Hogwarts.
La decima regola dell’Anti-Blog è che D’Alema ha sempre ragione.
L’undicesima regola dell’Anti-Blog è che non si sono fottute regole.
lunedì 11 gennaio 2010
Primo giorno di esilio
Oggi ho imparato almeno quattro cose importanti. Non sono certo di ricordarmele tutte, ma proverò a digitarle su questa cyberpagina. Male che vada mi ritroverò a improvvisare.
Potrei passare ore intere ad ascoltare qualcuno che da indicazioni stradali. E questa è la prima. L’ho capito verso l’ora di pranzo, mentre attraversavo il centro di Padova City. C’era questa ragazza che spiegava a una donna - una vecchia, forse - come arrivare in un certo posto. E io non ho potuto fare a meno di fermarmi ad ascoltare.
Ok, vede questa strada? La segue fino a che non incontra un vicolo sulla destra... Che però non prende. Lo passa, passa anche la chiesa e poi si trova a un grande incrocio con semaforo. Là gira a destra. Poi prende la prima. Seconda. Terza. Gira, c’è la statua. Prima. Sinistra. Ponte. Supera. Il parco. Seconda. Ed è arrivata!
Affascinante descrizione del tuo futuro, del percorso che stai per intraprendere per giungere alla meta. Racconto più o meno dettagliato di un progetto necessario al conseguimento di un fine. Narrazione di progettualità.
Non posso farne a meno. Cos’altro ti può importare, quando hai qualcuno che ti racconta ciò che stai per fare, ciò che dovrai fare se vuoi arrivare dove vuoi arrivare? Starei ore ad ascoltare questa ragazza.
Scusa, la strada per arrivare a piazza del Santo?
Sono più dipendente dal mio cellulare di quanto credessi. E questa è la seconda. Non ricordo quando me ne sono accorto, ma si è trattato di una sorta di crisi d’astinenza. Più o meno.
La terza temo di non ricordarla. Peccato, sono convinto che si trattasse di qualcosa di interessante.
La quarta suona come una massima morale. Mai presentarsi alla registrazione di un esame in orario o, peggio ancora, in anticipo. È una cosa da pazzi, assolutamente. Questo l'ho capito verso le cinque, cioè un'ora dopo il teorico inizio della Grande Registrazione di Massa. Nel caso vi interessasse.
mercoledì 6 gennaio 2010
Altre birre
sabato 19 dicembre 2009
Neve nella campagna bolognese e altri racconti
In ogni caso, il tempo per riflettere, elaborare boiate e darci successivamente forma scritta non manca. Perciò, perché non iniziare?
Al momento siedo al tavolo dell’afosa camera numero 123 dell’albero “Ca’ della Ghironda” (o qualcosa del genere), Ponte Ronca di Zola Predosa, Bologna. In questo simpatico resort (che è anche museo d’arte) si sta tenendo la scuola politica invernale dei Giovani Democratici, in cui intervengono tanti bravi relatori e bla bla bla non è di questo che vi voglio parlare. Tutto ciò riguarda troppo da vicino la mia vita e so per certo che, scrivendone, finirei col cercare di far sembrare ciò che faccio molto più importante, interessante o esaltante di quanto in realtà sia. Risulterei, in sostanza, arrogante. Ed avendo osservato giusto ieri sera come un’esposizione arrogante di contenuti interessanti da parte di personaggi estremamente colti e preparati rimanga un’esposizione fastidiosa e debole, non sono interessato a commettere questo particolare errore in prima persona.
Ma anche, più semplicemente, non ho voglia di parlarvene.
Di cosa voglio parlarvi?
Ci sono, effettivamente, alcuni spunti di riflessione su cui continuo a tornare col pensiero, da almeno una decina di ore. I miei esami, riflessioni sulla politica locale, il cazzeggio, la neve, i videogames e la buona musica. Qualche manciata di minuti fa sono anche riuscito a schematizzarli per iscritto in una specie di bozza, vincendo la mia ormai proverbiale pigrizia. Tutto pareva pronto per la redazione di un post ben costruito. E invece.
Vaffanculo. Perché affaticarsi inutilmente, quando già sto scontando le inevitabili conseguenze di ore di sonno arretrato?
Perché sforzarsi di dare una forma convenzionalmente decente ai miei non interessanti pensieri?
Per chi?
È l’abitudine. Alla routine. Che è monotonia.
Piatto grigiume collettivo, unico collante di questo nostro sconclusionato stare assieme. Un non-comportamento dove non esistono aggettivi. Dove non esistono discorsi. Comunicazione.
Io. Tu. Noi. No, non importa. Davvero.
Voi.
Quell’altro coglione.
Loro.
Vaffanculo.
La stanchezza ti allontana dalle cose.
Capisco il protagonista senza nome di Fight Club.
mercoledì 16 dicembre 2009
Opposizione politica VS violenza fisica
Perciò ho molto apprezzato la visita di Pierluigi Bersani, segretario del partito a cui sono iscritto e in cui (compatibilmente con la mia vergognosa pigrizia) milito sin dalla sua nascita, all'ospedale San Raffaele e i brevi interventi di Filippo Penati alla puntata dell'Infedele di due giorni fa.
Detto questo, non voglio entrare nel merito della discussione pseudopolitica che ha seguito il fatto, sul "clima politico", sui "mandanti costituzionali", sui "responsabili politici" e, successivamente, sulle successive allucinanti dichiarazioni del Ministro dell'Interno Maroni. Non è di mio gradimento, dunque non ne parlerò.
Quando ho iniziato a scrivere questo post, dieci minuti fa, mi chiedevo che titolo avrei potuto dargli. Non sono riuscito a trovarne uno migliore di quello che leggete in cima.
giovedì 26 novembre 2009
Andando verso
È un fatto.
Perchè mai, vi chiederete.
Be', il motivo è molto semplice. Ultimamente sento che, se scrivessi qui sull'Anti-Blog, finirei inevitabilmente per raccontarvi i fatti miei.
Ma l'Anti-Blog non è un posto dove si raccontano i fatti miei. L'Anti-Blog è un posto in cui si scrivono cazzate.
Perciò, visto che è Giovedì, andate a mangiare pesce.
E buona visione di Scrubs!
La responsabilità cambia tutto. Ma, principalmente, modifica il tuo approccio al divertimento.
sabato 7 novembre 2009
Qualcuno dice che sei un ragazzo inquieto solo perchè ti piace distruggere
E dunque perchè sto scrivendo?
Be', molto probabilmente perchè quando ho iniziato questo post avevo in mente qualcosa di carino da scrivere; oppure perchè effettivamente non ho niente di meglio da fare; oppure per esercizio, visto che scrivere cazzate con un certo stile non fa mai male; oppure, semplicemente, perchè mi piace il rumore dei tasti premuti sul mio maledetto MacBook.
Non comprate mai le pastiglie Gola Fair, se avete un calo di voce. Piuttosto, imbottitevi di Oki.
Non lasciate mai a casa il portafogli per paura di spendere soldi, se dovete andare all'università in treno. Piuttosto, sputtanate tutti i soldi - ma ricordatevi quel maledetto abbonamento!
Non guardatevi mai due puntate di Scrubs all'una di notte sul vostro portatile, se non riuscite a prendere sonno. Piuttosto, ascoltatevi un po' di buona musica e Scrubs guardatevelo il giorno dopo sul 21,5" della mami.
Non andate mai a trans, se ricoprite un ruolo istituzionale. Piuttosto, andate a puttane.
Non andate mai al Totem, se non siete proprio sbronzi e stracarichi. Piuttosto, andate a puttane.
Non andate mai in biblioteca con i vostri amici, se volete studiare. Piuttosto, fatevi un coffi al Dersut. Il vostro studio forse non ne trarrà beneficio, ma voi sì.
domenica 25 ottobre 2009
Risveglio domenicale e altro ancora
Una frase?
Più di una.
Alcune frasi.
Un periodo?
No.
Ammassi informi di frasi.
Ammassi deformi di frasi.
Ammassi rotolanti di frasi sconnesse.
Grumi urlanti di frasi!
Gorghi vorticosi di proposizioni!
Piatte distese di periodi.
Sterminate steppe di capitoli.
Scontri di sintagmi! Battaglie tra aggettivi!
Schianti, mazzate, colpi e urla! Urla!
Stupri di frasi!
Urlano.
Soffrono.
Rimbombano nella mia testa.
Coppie di frasi a braccetto.
Comitive di frasi germaniche in visita alla città.
Famiglie di frasi scritte in dialetto.
Frasi, frasi, frasi.
Ancora frasi.
Serie di frasi scritte.
Somme di proposizioni matematiche.
Scoppi di frasi strillate.
Sciami di frasi pensate.
Un grande, lento multino che gira sospinto da un vento freddo, proveniente da chissà dove.
Una ferita slabbrata pulsante scarlatte premuta col ferro arroventato di un carnefice. Asmatico e in calzamaglia.
Fiorellini gialli e lilla in un prato verde come un prato. Fresco.
Frasi che ruotano attorno a differenti centri di gravità.
Frasi che viaggiano nel tempo e nello spazio.
Il tempo e lo spazio che viaggiano nelle frasi.
Frasi soggettive e necessarie.
Frasi oggettive e arbitrarie.
Frasi vere e false.
Frasi e non frasi.
Se ripeti molte volte una parola, non ne perdi il significato?
Frasi.
Frasi.
Frasi.
venerdì 23 ottobre 2009
Un venerdì mattina e un uomo che non aveva voglia di studiare

Lo studente che paga i 4€ della mensa ai ciellini è equiparabile all'imprenditore che paga il pizzo alla mafia: compie un'azione amorale e incivile al fine di ottenere un vantaggio personale (cibo più buono - mantenimento della propria attività).
giovedì 22 ottobre 2009
Due giorni prima, tra Vicenza e Padova...
Vaffanculo.
Il treno è finalmente arrivato. Ritardo: 00.08 h. E quegli sgargianti “08” minuti scritti sul tabellone suonano quasi come un insulto: oltre il danno, la beffa. Come i prezzi con il “,99€”.
Ma non ci tengo a tediarvi oltremisura con le mie (inutili e poco originali) lamentele riguardo ai disservizi firmati Trenitalia.
Esattamente quattro ore dopo mi trovo nell'aula ASID del “campus” di Santa Caterina, sede della Facoltà di Scienze Statistiche a Padova, dove cincischio nell'attesa dell'inizio di un'appassionante lezione di programmazione che sarà senz'altro ricca di colpi di scena. Oh, se lo sarà.
Ed ecco il grigio professor X, che anche oggi mi strabilierà con insegnamenti non meno affascinanti della sua lucida pelata. A dopo, cicci!
Ore 13:24. Aula ASID.
La lezione non delude le aspettative. È proprio il grigiume che immaginavo. Iea!
Ad onor del vero devo tuttavia specificare che potrebbe essere interessante, il corso e tutto, se il professor X non impiegasse il 74% del suo tempo a vagare per l'aula ASID, trotterellando tra i banchi, lanciato al soccorso dei pirla che non riescono a stare dietro alle sue (peraltro lumachesche) spiegazioni. Che gente, questi statistici!
Questo il prodotto finale:
#include
int main(){
FILE *fopen(), *f;
int i;
int n;
int max=-1;
int media=0;
int min;
int pippo[100];
printf("\n--INIZIO PROGRAMMA--\n\n");
f=fopen("nomefile.txt", "r");
for(i=0; i<8; i="i+1){" i="0;" i="i+1){" i="0;" i="i+1){">max){
max=pippo[i];
}
printf("Il massimo fino all'interazione n° %d è: %d\n", i+1, max);
}
for(i=0; i<8; i="i+1){" media="media+pippo[i];" min="max+1;" i="0;" i="i+1){">
min=pippo[i];
}
printf("Il minimo fino all'interazione n° %d è: %d\n", i+1, min);
}
media=media/8;
printf("Il massimo è: %d\n", max);
printf("Il minimo è: %d\n", min);
printf("La media è: %d\n", media);
printf("\n--FINE PROGRAMMA--\n");
}
Ore 23:10. Nella mia camera da letto. Più precisamente, nel mio letto.
Una giovane matricola girovaga, sfinita da una giornata intensa e piena zeppa di avvenimenti secondari ma piacevoli, si infila sotto soffici e calde coperte, accende il suo MacBook e scrive.
Ha appena visto un film d'animazione Disney, di cui non riesce assolutamente a ricordare il titolo. Una di quelle schifezze moderne con la computergrafica. Zero trama e tante melensaggini.
Buonanotte, lettori. E complimenti a Tommi.
mercoledì 7 ottobre 2009
Mandarino
Ho capito cosa significa pensare in modo analogico. Ho capito perchè questo modo di pensare è significativamente diverso dal modo razionale; ed anche da quello che generalmente si chiama "irrazionale", ovvero quello passionale, basato sul sentimento. L'analogia è tutt'altra cosa, davvero.
Tutto ciò è avvenuto in un attimo che si potrebbe definire magico, per intuizione, senza un minimo preavviso e senza che io fossi di fatto in un momento riflessivo o comunque propenso al ragionamento. E, una volta raggiunto e isolato il concetto di "analogia", finalmente definito, ho provato un senso di soddisfazione mista a malinconia. Freddo.
È arrivato l'inverno.
Ho sospirato, poi ho mangiato il mandarino.
domenica 27 settembre 2009
La letteratura amatoriale di qualità (?)
Devo precisare che questo mio conoscente (amichevole?) mi ha letto solo un paio di suoi componimenti - uno in prosa e l'altro in poesia - e che quindi non sono assolutamente in grado di dare un giudizio di valore sulla totalità della sua produzione. Lo stile, tuttavia, mi è sembrato piacevole e efficacemente applicato al contenuto. Contenuto che, a sua volta, può essere giudicato genericamente interessante, anche se a tratti oscuro. Ma questo dipende certamente dal modus scribendi analogico e "ermetico", a cui si potrebbe forse rivolgere la solita e antica critica secondo la quale questo stile serva solo a mascherare e puntellare una mancanza di argomenti validi e profondamente sviluppati; insomma si tratti di uno stile "complicato" che maschera una sostanziale superficialità. Speriamo non sia questo il caso.
Vi informo che questo post è stato scritto rapidamente e senza alcuna pretesa di passare come un'analisi tematico-stilistica o simili ne, tanto meno, di costituire una polemica nei confronti del suddetto conoscente o della sua produzione.