martedì 13 luglio 2010

Erano scimmie vaganti

Ho voglia di prendere il mio frisbee e la mia molesTine e il mio telo mare verdeazzuroblù e i miei occhiali da sole e il mio AntiPod e mettere tutto nella mia sacca blu con le stelle che erano dorate ma ora sono marroncine e uscire di casa e chiudere a chiave la porta vecchia di legno vecchio e bucherellato e poi mettere anche le chiavi nella sacca e poi accorgermi di aver dimenticato il cellulare sulla scrivania che invece è di legno nuovo e chiaro e lucido anche se un po’ ammaccata in fondo lo è e poi accorgermi che in realtà il cellulare non serve proprio a niente e infatti per migliaia di anni noi uomini che discendiamo dalle scimmie ne abbiamo fatto a meno e quindi scendere le scale di corsa saltando i gradini due alla volta sorridendo per questa epifani storico-tecnologica e uscire dal mio piccolo condominio giallo sporco vecchio e bucherellato anche lui e lasciare aperto il portoncino di metallo nero e vetro sporco che tanto i ladri non vengono di giorno e poi superare anche il cancello di ferro arrugginito e correre in strada e per strada e attraverso la città senza meta proprio in modo da comprendere il significato del termine vagare o forse non comprenderlo ma più che altro metterlo in atto e quindi esperirlo o intuirlo o chissà cosa ma insomma vagare vagare e poi vagare ancora nell’oblio di cemento grigio e mattone rosso della città arsa dal sole e bagnata dall’umidità e dallo smog che si mescolano e si uniscono in un unico fluido la cui presenza è percepibile e vagare in queste enormi terme o enorme sauna che è la città vagare sì perchè vagare è ciò che dovremmo fare per essere felici o per provarci almeno vagare in questo mare caldo e appiccicoso di sole e sudore e afa e poi ritrovarmi all’improvviso sdraiato sull’erba al centro di un grande parco di quelli con gli alberi e le stradine polverose di sassi bianchi e una brezza che potresti dire celeste che soffia sempre anche nel giorno più caldo dell’estate più calda e i laghetti e i canaletti e le oche e gli scoiattoli e gli altri animali che di solito vivono in quel genere di parchi che poi sono quelli che puoi trovare a Londra che d’estate sono freschi e luminosi e felici e colorati non come il Tiergarten che sembra più che altro una foresta e dentro ti ci puoi perdere e a Berlino la notte arriva presto e di notte in mezzo a quel bosco ho sempre pensato che ci andassero gli eroinomani anche loro gialli sporchi e bucherellati.
Se devo passeggiare per il Tiergarten allora forse tanto vale restare a casa.

11 commenti:

  1. Figo. Ma dovresti imparare l'uso della punteggiatura.

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  2. Se centro il punto, ti ribadisco, come già ci siamo detti una volta, che a voler avere esperienza del mondo così, "sanza doctrina", imo non ne cavi granché.

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  3. Questo è quello che pensi tu. L'esperienza diretta del mondo, senza filtri, anche se non esiste, è senz'altro la cosa migliore che ti possa capitare.

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  4. Per dirla con Nicce, solo chi vivrà, vedrà chi fra noi due la spunta.

    (ma, se dai un qualche valore a questo post, confermi la mia posizione).

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  5. l'esperienza può essere: stare sul divano a leggere mille libri, andare in un villaggio turistico alle maldive, fare un viaggio in bicicletta, lavorare otto ore al giorno alla catena di montaggio, studiare e andare al parco e bere uno spritz e conquistare il cuore di una bella persona e.....

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  6. e chiavare? Sì, in effetti "se il chiavare non fosse la cosa più importante della vita, la Genesi non comincerebbe di lì."

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  7. morgenstein che volgare!

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  8. Detto da un anonimo, mi premetto di prenderlo per un complimento.

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  9. Un anonimo certamente molto interessante.
    Le citazioni della mia grande M preferita, in ogni caso, sono sempre calzanti. Per fortuna.

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  10. la realtà irreale.all'anonimo commentatore risulta che l'Antiblogger stia soggiornando in campeggio in una sconosciuta (al commentatore) località della Turchia, contemporaneamente l'Antiblogger commenta i post, se ne può dedurre che il campeggio sia dotato di postazioni internet e che l'Antiblogger non si sia disintossicato dalla dipendenza alla "rete". La rete accalappia, avviluppa, rende poco reale anche un viaggio, forse. Meglio i libri, viaggi, hai un libro da leggere e vivi due realtà.

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  11. Pare evidente che l'anonimo commentatore non conosca piu' di tanto l'AntiBlogger, uomo dal multiforme ingegno che durante la stessa vacanza riesce a aggiornare il suo Anti-Blog e, al tempo stesso, leggere ben due Libri (e una guida turistica).
    E non e` tutto: ci sto lavorando su, ma tra qualche mese dovrei essere in grado di andare a far la spesa ascoltando l'AntiPod.

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