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lunedì 31 gennaio 2011

8.37

Io: «Buongiorno.»
Lui: «As-salam ‘alayk!»
Io: «Come, scusa?»
Lui: «È arabo. Vuol dire "pace si di te". Devi rispondere: "wa-s-salam ‘alayk"...»
Io: «Capisco. Wa-s-salam ‘alayk, allora.»
Lui: «Dì un po', quanti anni hai?»
Io: «Venti.»
Lui. «E dove vai a scuola?»
Io: «Studio a Padova, all'università...»
Lui: «Che facoltà?»
Io: «Matematica.»
Lui: «Caspita. Complimenti.»
Io: «Grazie. Buona giornata e buon lavoro!»
Lui: «Buona giornata.»

Lui è un muratore, uno di quelli che lavorano al cantiere di fronte a casa mia.
Io sono uno che ha ancora molto da imparare.

mercoledì 8 settembre 2010

Non è niente di ciò a cui potrebbe far pensare

— Il brutto è aver qualcosa da dire e non sapere come dirlo.
— Vero.
— Il bello, invece, è saper dire qualcosa anche quando non si ha nulla da dire.
— Certo. Ciononostante, il giusto è quando si dice ciò che si ha da dire.
— ... però è giusto anche non dir nulla quando non si ha nulla da dire, no?
— Io non credo.
— Ma come?
— Io credo che l'importante sia saper dire qualcosa: comunicare, insomma.
— E cosa si può comunicare, se manca il contenuto? La forma di per sè non può bastare!
— Se il contenuto manca, bisogna saperlo inventare.
— Ma se non ci si riesce, allora si deve tacere.
— Infatti.