giovedì 22 ottobre 2009

Due giorni prima, tra Vicenza e Padova...

Mi trovo di fronte a un'entusiasmante e duplice novità: sto scrivendo a bordo di un treno Trenitalia incredibilmente in ritardo e sto utilizzando un MacBook. Uau. In questo momento, tra l'altro, dovrei essere a lezione – e anche questo ipertrofico ritardo è una consistente (e fastidiosa) novità. Quindi: un grande RINGRAZIAMENTO alle Ferrovie dello Stato, sempre al servizio del cittadino e sempre bendisposte nel momento in cui si tratta di incassare i pagamenti per questo eccezionale servizio. C'è da dire che, se non altro, in questo regionale ho finalmente trovato una presa di corrente da 220V pubblica abbinata a un comodo tavolo reclinabile in prezioso legno d'acacia. O di qualche cazzo di altra pianta.
Vaffanculo.

Il treno è finalmente arrivato. Ritardo: 00.08 h. E quegli sgargianti “08” minuti scritti sul tabellone suonano quasi come un insulto: oltre il danno, la beffa. Come i prezzi con il “,99€”.
Ma non ci tengo a tediarvi oltremisura con le mie (inutili e poco originali) lamentele riguardo ai disservizi firmati Trenitalia.

Esattamente quattro ore dopo mi trovo nell'aula ASID del “campus” di Santa Caterina, sede della Facoltà di Scienze Statistiche a Padova, dove cincischio nell'attesa dell'inizio di un'appassionante lezione di programmazione che sarà senz'altro ricca di colpi di scena. Oh, se lo sarà.
Ed ecco il grigio professor X, che anche oggi mi strabilierà con insegnamenti non meno affascinanti della sua lucida pelata. A dopo, cicci!

Ore 13:24. Aula ASID.
La lezione non delude le aspettative. È proprio il grigiume che immaginavo. Iea!
Ad onor del vero devo tuttavia specificare che potrebbe essere interessante, il corso e tutto, se il professor X non impiegasse il 74% del suo tempo a vagare per l'aula ASID, trotterellando tra i banchi, lanciato al soccorso dei pirla che non riescono a stare dietro alle sue (peraltro lumachesche) spiegazioni. Che gente, questi statistici!
Questo il prodotto finale:

#include

int main(){
FILE *fopen(), *f;
int i;
int n;
int max=-1;
int media=0;
int min;
int pippo[100];
printf("\n--INIZIO PROGRAMMA--\n\n");
f=fopen("nomefile.txt", "r");
for(i=0; i<8; i="i+1){" i="0;" i="i+1){" i="0;" i="i+1){">max){
max=pippo[i];
}
printf("Il massimo fino all'interazione n° %d è: %d\n", i+1, max);
}
for(i=0; i<8; i="i+1){" media="media+pippo[i];" min="max+1;" i="0;" i="i+1){">
min=pippo[i];
}
printf("Il minimo fino all'interazione n° %d è: %d\n", i+1, min);
}
media=media/8;
printf("Il massimo è: %d\n", max);
printf("Il minimo è: %d\n", min);
printf("La media è: %d\n", media);
printf("\n--FINE PROGRAMMA--\n");
}

Ore 23:10. Nella mia camera da letto. Più precisamente, nel mio letto.
Una giovane matricola girovaga, sfinita da una giornata intensa e piena zeppa di avvenimenti secondari ma piacevoli, si infila sotto soffici e calde coperte, accende il suo MacBook e scrive.
Ha appena visto un film d'animazione Disney, di cui non riesce assolutamente a ricordare il titolo. Una di quelle schifezze moderne con la computergrafica. Zero trama e tante melensaggini.
Buonanotte, lettori. E complimenti a Tommi.

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