Una cosa è certa: al mare non ci si riposa proprio per niente. Sarà che lo iodio stanca o che il sole e l'acqua fredda stressano la pelle o che so io - però è un fatto: al mare io non mi riposo affatto.
E vorrei correre ma non ho le scarpe da corsa.
E vorrei telefonare ma non ho un cellulare.
E vorrei fare sciopping ma non ho soldi.
E vorrei fare il surf ma non ho un surf.
E vorrei andare a bere whiskey e soda ma non ho compagnia.
E vorrei avere una compagnia ma ho solo il mio fratellino.
domenica 19 luglio 2009
sabato 18 luglio 2009
Un furto e delle francesi insopportabili
Mi sono preso la libertà di sottrarre illegalmente questo quadernone che, come si legge alla prima pagina, è stato acquistato dal suo proprietario "per scriverci pensieri". Che illuso, quel tipo.
L'ho trovato sul comodino accanto al letto sul quale mi sono svegliato stamattina. Mi ha incuriosito, con quei disegni colorati in copertina, e quindi l'ho un po' sfogliato. Potrebbe appartenere a un giovane come me, uno di quei giovani che si sentono ancora teenager (e - in effetti - lo sono) ma, al tempo stesso, si vergognano di tenere un diario; quindi cercano di darsi un tono usando frasi a effetto e cercando di scrivere "da grandi". Questo si vede soprattutto nella punteggiatura. Nessuno sano di mente userebbe la punteggiatura in questo modo da sbruffoni nel proprio diario, cristo!
Ad ogni modo, l'ho trovato interessante. Il quadernone e quello che ci sta scritto dentro, intendo. Ed è proprio per questo che ho deciso di intascarmelo.
Sulla seconda di copertina (ammesso che si dica così, al momento non mi riesce proprio di ricordarmelo), c'era scritto: "Questo quadernone non appartiene a qualcuno in particolare. È di chiunque decida di dedicare un po' del proprio tempo a leggerlo e ad amarlo. O meglio, a leggere e a mare le quattro cazzate che ci ho scritto sopra."
(Quanta autoreferenzialità in tutto ciò, ammesso che la parola "autoreferenzialità" esista davvero. In ogni caso avete capito)
Io ci avevo già dedicato un po' di tempo, a leggerlo (magari non ad amarlo - anche se sicuramente aveva conquistato la mia attenzione). Quindi me lo sono intascato.
Non ho idea di chi sia l'autore delle riflessioni che in questo quaderno sono contenute; tutto ciò che so di lui è che si firma con uno strano simbolo, come due semicirconferenze incrociate con una sbarra verticale che le taglia proprio nei loro punti di intersezione. (Che descrizione dettagliata). Inoltre sembra che il tipo abbia almeno un fratello ("il mio fratellino") e entrambi i genitori; e che sia innamorato perso per una certa sbarba di cui adesso non ricordo il nome.
Una persona normale, insomma. Ammesso che questo voglia ancora dire qualcosa, di questi tempi.
Ho preso il quadernone e sono uscito da quella maledetta camera d'albergo. Mi ha proprio stufato la montagna. Penso che domani andrò sull'Isonzo.
In ogni caso, adesso la smetto di stancarvi con questa carrellata di cazzi miei e vi trascrivo un po' di "pensieri" a caso da questo famoso quadernone, con la copertina tutta a disegni colorati.
17 Luglio - Fertilia (mattina)Mio padre vuole vendere la sua canoa canadese. Non se ne parla. Quest'estate vado a fiumi con Santon. È deciso. "In canoa? Madò figo! Sì! Dove?" (17/7/09 - 11.51.10)
Scrivere da disteso e sotto il sole di mezzogiorno è difficile. Rimando a oggi pomeriggio.
Cristo, delle maledette francesi mi chiedono quanto ho da scrivere ancora. Mi danno sui nervi, con le loro erre francesi tutte gutturali. Meglio che rimandi pure io, come il misterioso autore di questo pseudodiario.
Non ho nemmeno riletto quello che ho scritto, maledizione.
Ma dove accidenti è l'Isonzo?
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giovedì 2 luglio 2009
Vuoto. O pieno?
Cerco un'ispirazione forte per scrivere qualcosa di nuovo. Non la trovo. Mi siedo alla mia scrivania, caffè, matita e temperino, foglio bianco. Vaghi ammassi informi di materia ideale vorticano in quella che si è soliti chiamare "mente". Ogni tanto, alcune figure vengono sputate fuori, quasi all'improvviso, da questo apeiron di pensieri e intuizioni...
Sì, volevo scrivere "apeiron".
Queste figure si definiscono, sfarfallano per qualche istante sul piano della coscienza e poi, come in un vecchio televisore, tremano sussultano e scompaiono - inghiottite di nuovo dal caos, ricacciate nell'inconscio.
Freud non aveva capito un cazzo, ma aveva anche capito tutto quello che valesse la pena capire.
Una mela, una pesca ammuffita. La faccia brufolosa di un giovane coi capelli lunghi. Un fucile da caccia. Vuoto. Altre facce di amici. Un liquido dal colore aranciato, dall'aroma vagamente pungente. Un garage... Rischio?
Immagini che crescono come bolle di sapone. E poi scoppiano!
Incoerenti, incomplete. Incomprensibili se volete. Incomunicabili. Dunque non interessanti.
Eppure io credo abbiano un valore.
No, la scrivania non è decisamente il luogo adatto. Meglio il divano. In effetti, ora sono sdraiato sul divano.
Su un divano si può stare seduti, distesi, accasciati, con le gambe incrociate, proni supini appoggiati al gomito o sul fianco si può saltare fare capriole (come da bambini. Vi ricordate da bambini?).
Si può anche dormire. Oppure scrivere. Ma la matita non va bene.
La matita è uno strumento vecchio e, se è vero che le cose vecchie sono sempre le migliori, ha pur sempre un fascino indiscusso - ma resta vecchia. La matita non è definitiva come la penna: si può cancellare. Inoltre, una matita si può temperare.
Infila la matita in un temperino e ruotala, premendo. Osserva le foglie di legno che si staccano e cadono, in cerchio. La matita muore lentamente e le parole nascono sulla pagina. È la scrittura: morte e nascita al tempo stesso. Come la vita, anche la vita è morte e nascita al tempo stesso.
Che banalità.
Neanche il divano va bene, sul divano si pensa troppo liberamente, troppo comodamente. Le immagini diventano ancora più sfuggevoli... Non ha senso continuare.
Quello che volevo catturare, la parola, lo spunto, continua a fuggire.
Rileggo quanto ho scritto finora. E non ci trovo niente: continuo a girare attorno al punto e il punto è il concetto.
Ma siamo sicuri che a qualcuno importi qualcosa del concetto?
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lunedì 29 giugno 2009
Sto per tornare
Grande pubblico dell'Anti-Blog, vi annuncio il mio imminente ritorno.
Mi maturo e son qui da voi, stay tuned.
giovedì 23 aprile 2009
Berlino 2.0
E allora eccomi qua. Pubblico una foto e riporto l'inizio di un insensato scambio di battute tra i folgorati qua a sinistra:
- Sta riprendendo, mi sa..
- Chi?
- La telecamera.
- Da sola?
- Sì.
[...]
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Berlino. La città giovane.
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