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martedì 23 agosto 2011

mercoledì 26 maggio 2010

San Beppe e una MolesTine

Quanto segue è tratto dagli appunti di C. P. R. C***, rinvenuti in forma manoscritta nelle pagine di un'agenda di marca "Moleskine" (nella seconda di copertina, tuttavia, questa grafia è stata corretta dall'autore con l'inserimento della lettera "T" maiuscola al posto della "k" minuscola).

"Capita di svegliarsi ed avere i capelli di un altro colore. E di un'altra lunghezza.
Capita anche di svegliarsi in un letto sporco e mortalmente gelido, con un potente raffreddore che aggredisce tutte le fottute mucose che stanno tra la trachea e il mondo esterno.
Una scritta di indelebile nero sul polpaccio sinistro, perfettamente definita, tipo HD. Qualche ricordo. Un certo numero di ferite incrostate prodotte dal morso di strani insetti. Poca voglia di alzarsi da quel letto sporco, necessità di bere, "fame d'aria", eccetera.
E la sensazione di aver ricevuto, in sogno, un'illuminazione.
La vita è dura a V City, specialmente nel quartiere-ghetto di San Beppe. Questo è certo.
Ed è altrettanto certo che ho bisogno di un caffè. Mi trovo costretto a gestire una dipendenza da caffeina.

Ma che cazzo vado raccontando? [...]"

Omettiamo le successive riflessioni non interessanti riguardanti i classici problemi e interrogativi dell'umanità (esistenza di un Dio, esistenza di un Io, esistenza di qualcosa di commestibile nel frigo, ecc.).

"[...] L'illuminazione, in ogni caso, riguardava la chiara esigenza di abbellire la parete adiacente al mio letto con una doppia scaffalatura in legno scuro su cui esporre, non senza una certa dose di vanagloria, qualche volume di mia più recente lettura. O anche no.
C. P. R. C***, V City, Venerdì 21 Maggio 2010"

mercoledì 17 marzo 2010

Su richiesta di Nas

http://www.facebook.com/album.php?aid=376974&id=437326950386

DeMotivatevi.

domenica 7 febbraio 2010

Dedicato a Shai B.

Il pigiama ha stufato. Indosso i miei pantaloni di tuta Nike e una maglietta Zara a righe marroni e blu grigiastro. Non che la cosa sia interessante.

Avatar e Paranormal Activity. 3D e paura. Le nuove dimensioni del divertimento.
Non li ho ancora visti, non posso commentarli. E, anche in questo caso, non sarebbe interessante.

Oggi solo qualche comunicazione di servizio, mentre il beat dei Black Eyed Peas sale in strette spirali dai vecchi altoparlanti Philips di mio padre (dotati di una funzione dal fantascientifico nome di "Incredible Surround" che non ho mai avuto il coraggio di attivare):
  1. avendo promesso al giovane Shai B. di dedicargli un signor post qui sull'Anti-Blog-che-più-Anti-non-si-può (che ne dite di questa nuova denominazione?), mi accingo a farlo nelle seguenti forme:
    • pubblicando la foto che forse meglio di ogni altra lo rappresenta:

    • e ricordando un bel momento che ci ha legati:
    "Ei, ma tu sei Shai?" "Sì!" "Allora schiacciamela!"
    1. il mio girovagare nelle ghiacciate lande della Serenessima mi ha sottratto tempo (in)utile alla pubblicazione delle riflessioni alternative di cui tutti voi avete bisogno. Tuttavia non vi preoccupate: sono tornato arricchito dal punto di vista creativo-personale.
    Perciò restate connessi.

    mercoledì 13 gennaio 2010

    Terzo giorno di esilio

    Il terzo giorno l'AntiBlogger è troppo stanco per scrivere.

    venerdì 4 settembre 2009

    Penombra

    Primo pomeriggio di una pigra giornata di fine estate.
    Soggiorno scarsamente illuminato dai pochi raggi di sole che filtrano dalle persiane abbassate.
    Un giovane sdraiato (s?)comodamente sul mio divano di pelle verde, con un cellulare touchscreen e un daiquiri frozen a portata di mano, le cuffie Hesh della Skullcandy che gli sparano nel cervello i Sex Pistols e un pratico MacBook di fronte a lui...
    Quel giovane tra meno di un mese inizierà a frequentare i primi corsi universitari. Matematica? Statistica? Chissà.
    Pantaloncini corti della tuta e canottiera bianca, sporca di sugo di pomodoro fossile.
    Il giovane vorrebbe scrivere qualcosa sul suo Anti-Blog, ma è troppo stanco per farlo. Sconsolato, appoggia la testa al bracciolo del divano.
    Meglio riposarsi prima della lezione di canoa, pensa.
    E io lo guardo addormentarsi, con la bocca spalancata e il braccio penzolante a lato del divano.


    Consiglio: provate a scaldare del tonno nel soffritto d'aglio. Vedrete che buon sughino vi verrà fuori.

    lunedì 24 agosto 2009

    Cocco e la lavastoviglie

    Sono due amici sinceri


    ma lei non gliela da
    però io amo Santon-ton
    però forse amo di più Cocco Erotico

    Presto sarà disponibile la traccia audio.

    domenica 19 luglio 2009

    AntiRelax

    Una cosa è certa: al mare non ci si riposa proprio per niente. Sarà che lo iodio stanca o che il sole e l'acqua fredda stressano la pelle o che so io - però è un fatto: al mare io non mi riposo affatto.

    E vorrei correre ma non ho le scarpe da corsa.
    E vorrei telefonare ma non ho un cellulare.
    E vorrei fare sciopping ma non ho soldi.
    E vorrei fare il surf ma non ho un surf.
    E vorrei andare a bere whiskey e soda ma non ho compagnia.
    E vorrei avere una compagnia ma ho solo il mio fratellino.

    Mi manchi


    Lulu

    sabato 18 luglio 2009

    Un furto e delle francesi insopportabili

    Mi sono preso la libertà di sottrarre illegalmente questo quadernone che, come si legge alla prima pagina, è stato acquistato dal suo proprietario "per scriverci pensieri". Che illuso, quel tipo.
    L'ho trovato sul comodino accanto al letto sul quale mi sono svegliato stamattina. Mi ha incuriosito, con quei disegni colorati in copertina, e quindi l'ho un po' sfogliato. Potrebbe appartenere a un giovane come me, uno di quei giovani che si sentono ancora teenager (e - in effetti - lo sono) ma, al tempo stesso, si vergognano di tenere un diario; quindi cercano di darsi un tono usando frasi a effetto e cercando di scrivere "da grandi". Questo si vede soprattutto nella punteggiatura. Nessuno sano di mente userebbe la punteggiatura in questo modo da sbruffoni nel proprio diario, cristo!

    Ad ogni modo, l'ho trovato interessante. Il quadernone e quello che ci sta scritto dentro, intendo. Ed è proprio per questo che ho deciso di intascarmelo.

    Sulla seconda di copertina (ammesso che si dica così, al momento non mi riesce proprio di ricordarmelo), c'era scritto: "Questo quadernone non appartiene a qualcuno in particolare. È di chiunque decida di dedicare un po' del proprio tempo a leggerlo e ad amarlo. O meglio, a leggere e a mare le quattro cazzate che ci ho scritto sopra."
    (Quanta autoreferenzialità in tutto ciò, ammesso che la parola "autoreferenzialità" esista davvero. In ogni caso avete capito)
    Io ci avevo già dedicato un po' di tempo, a leggerlo (magari non ad amarlo - anche se sicuramente aveva conquistato la mia attenzione). Quindi me lo sono intascato.
    Non ho idea di chi sia l'autore delle riflessioni che in questo quaderno sono contenute; tutto ciò che so di lui è che si firma con uno strano simbolo, come due semicirconferenze incrociate con una sbarra verticale che le taglia proprio nei loro punti di intersezione. (Che descrizione dettagliata). Inoltre sembra che il tipo abbia almeno un fratello ("il mio fratellino") e entrambi i genitori; e che sia innamorato perso per una certa sbarba di cui adesso non ricordo il nome.
    Una persona normale, insomma. Ammesso che questo voglia ancora dire qualcosa, di questi tempi.

    Ho preso il quadernone e sono uscito da quella maledetta camera d'albergo. Mi ha proprio stufato la montagna. Penso che domani andrò sull'Isonzo.
    In ogni caso, adesso la smetto di stancarvi con questa carrellata di cazzi miei e vi trascrivo un po' di "pensieri" a caso da questo famoso quadernone, con la copertina tutta a disegni colorati.

    17 Luglio - Fertilia (mattina)Mio padre vuole vendere la sua canoa canadese. Non se ne parla. Quest'estate vado a fiumi con Santon. È deciso. "In canoa? Madò figo! Sì! Dove?" (17/7/09 - 11.51.10)
    Scrivere da disteso e sotto il sole di mezzogiorno è difficile. Rimando a oggi pomeriggio.

    Cristo, delle maledette francesi mi chiedono quanto ho da scrivere ancora. Mi danno sui nervi, con le loro erre francesi tutte gutturali. Meglio che rimandi pure io, come il misterioso autore di questo pseudodiario.
    Non ho nemmeno riletto quello che ho scritto, maledizione.


    Ma dove accidenti è l'Isonzo?

    giovedì 2 luglio 2009

    2 anni fa


    Quando eravamo giovani.

    Vuoto. O pieno?

    Cerco un'ispirazione forte per scrivere qualcosa di nuovo. Non la trovo. Mi siedo alla mia scrivania, caffè, matita e temperino, foglio bianco. Vaghi ammassi informi di materia ideale vorticano in quella che si è soliti chiamare "mente". Ogni tanto, alcune figure vengono sputate fuori, quasi all'improvviso, da questo apeiron di pensieri e intuizioni...
    Sì, volevo scrivere "apeiron".
    Queste figure si definiscono, sfarfallano per qualche istante sul piano della coscienza e poi, come in un vecchio televisore, tremano sussultano e scompaiono - inghiottite di nuovo dal caos, ricacciate nell'inconscio.
    Freud non aveva capito un cazzo, ma aveva anche capito tutto quello che valesse la pena capire.
    Una mela, una pesca ammuffita. La faccia brufolosa di un giovane coi capelli lunghi. Un fucile da caccia. Vuoto. Altre facce di amici. Un liquido dal colore aranciato, dall'aroma vagamente pungente. Un garage... Rischio?
    Immagini che crescono come bolle di sapone. E poi scoppiano!
    Incoerenti, incomplete. Incomprensibili se volete. Incomunicabili. Dunque non interessanti.
    Eppure io credo abbiano un valore.
    No, la scrivania non è decisamente il luogo adatto. Meglio il divano. In effetti, ora sono sdraiato sul divano.
    Su un divano si può stare seduti, distesi, accasciati, con le gambe incrociate, proni supini appoggiati al gomito o sul fianco si può saltare fare capriole (come da bambini. Vi ricordate da bambini?).
    Si può anche dormire. Oppure scrivere. Ma la matita non va bene.
    La matita è uno strumento vecchio e, se è vero che le cose vecchie sono sempre le migliori, ha pur sempre un fascino indiscusso - ma resta vecchia. La matita non è definitiva come la penna: si può cancellare. Inoltre, una matita si può temperare.
    Infila la matita in un temperino e ruotala, premendo. Osserva le foglie di legno che si staccano e cadono, in cerchio. La matita muore lentamente e le parole nascono sulla pagina. È la scrittura: morte e nascita al tempo stesso. Come la vita, anche la vita è morte e nascita al tempo stesso.
    Che banalità.
    Neanche il divano va bene, sul divano si pensa troppo liberamente, troppo comodamente. Le immagini diventano ancora più sfuggevoli... Non ha senso continuare.
    Quello che volevo catturare, la parola, lo spunto, continua a fuggire.

    Rileggo quanto ho scritto finora. E non ci trovo niente: continuo a girare attorno al punto e il punto è il concetto.

    Ma siamo sicuri che a qualcuno importi qualcosa del concetto?

    lunedì 24 novembre 2008

    Neve

    Stamattina, all'alba delle 7.20, sono finalmente riuscito a separarmi dal mio amato letto e dal mio ancor più amato piumone, mi sono trascinato fino alla finestra grugnendo qualche bestemmia, ho alzato la persiana e ho guardato fuori. Nevica, cazzo.
    Colazione, preparato lo zaino, lavato i denti, vestito. Scarpe (anzi scarponi): dr. Martens 1460 8 eye boot, neri, lacci neri e gialli. Mi sento un po' un disturbato - ma in fondo, chi non lo è?
    Fuori. Neve. In mezzo alla neve. Un freddo schifoso e cane. E sonno, tanto - troppo - sonno.
    Il binomio freddo più sonno si trova a buon diritto nella top ten delle piaghe dell'umanità. Anzi, potrebbe tranquillamente ambire al podio.
    E quei maledetti anfibi fanno male ai piedi.
    Cammino senza pensieri, praticamente dormendo, sognando di dormire e desiderando che il mio lettore mp3 non fosse mai finito in quella piscina. Pensieri ingarbugliati... chi interroga oggi? in cosa? quanta gente ci sarà in classe? non ci sarà nessuno, perchè non me ne sono stato a casa? chi è Coleridge? quando arriva il giorno di San Gesù? chi ho in prima ora? perchè non posso andare a scuola su una lettiga portata da 4 scimmie?
    Ma all'improvviso, una specie di illuminazione. Che però è un ricordo: CoD2, al Matrix, le mappe in polonia o in russia o dov'erano chi se lo ricorda, piene di neve, con gli stivali... Datemi il mio MP40!

    Ecco perchè svegliarsi presto il lunedì mattina, andare a scuola a piedi in mezzo alla neve e portare stivali di pelle non fa affatto bene a noi studenti.

    lunedì 9 giugno 2008

    Noccioline


    17/2/82
    Charlie Brown: "Secondo te, durano più a lungo le cose buone o le cattive?"
    Linus: "Le buone durano otto secondi... Le cattive tre settimane"
    Charlie Brown: "E in mezzo?"
    Snoopy: "In mezzo bisognerebbe schiacciare un sonnellino..."

    15/3/82
    Sally: "Odio le gite! Odio andare in autobus!"
    Linus: "Un giorno sarai probabilmente una segretaria e dovrai prendere tutti i giorni l'autobus per andare al lavoro..."
    Sally: "Io no! Avrò la mia auto sportiva e un parcheggio riservato!"
    Linus: "La vita è sogno!"

    17/5/82
    Snoopy: "Uno sa che fa freddo quando sente i piedi tossire"


    Un sincero ringraziamento a quello che Umberto Eco ha definito un "Poeta": le sue noccioline si mangiano con gli occhi.

    lunedì 26 maggio 2008

    Maledizione

    Postulata l'esistenza di Dio inteso come essere absolutus, omnipotens (ok, non sono proprio sicuro che si scriva così) & creator:

    Che Dio maledica il mal di gola;
    che Dio maledica la gola per essere la sede del mal di gola;
    che Dio maledica il corpo umano per il fatto di essere costituito, tra gli altri apparati, tessuti e organi, anche dalla sopramaledetta gola;
    che Dio maledica l'Uomo in quanto somma di anima e corpo;
    che Dio maledica la pioggia, la quale è causa del mal di gola;
    che Dio maledica le nuvole che producono la pioggia;
    che Dio maledica i mari, da cui evapora l'acqua di cui sono fatte le nuvole;
    che Dio maledica i fiumi per essere coloro che riforniscono di H20+vari sali i mari e gli oceani;
    che Dio maledica la pioggia che riempie i fiumi;
    che Dio maledica i mari, da cui evapora l'acqua di cui sono fatte le nuvole;
    che Dio maledica il ciclo dell'acqua, che mi fa sembrare ripetitivo;
    che Dio maledica gli ombrelli che non sono ancora in grado di volare in mano al proprio propietario (notare l'allitterazione o quello che è);
    che Dio maledica me stesso perchè sono gracilino e dalla salute cagionevole;
    che Dio maledica se stesso perchè ha creato tutte queste maledette cose.

    P.S.
    Che Dio, già che c'è, maledica gli Emo, com'è giusto che sia.

    domenica 25 maggio 2008

    La domenica mattina

    La domenica mattina
    voglio stare nel mio letto
    è necessaria un'aspirina
    per non diventare matto

    Così cantavano i Matrioska, ed era l'autunno 2002. Le loro parole, tuttavia, risultano molto attuali in questa uggiosa domenica mattina dell'estate (?) 2008. Penso che tutti noi vogliamo restare nel nostro letto, almeno fino alle tre di pomeriggio. Sull'aspirina non sono tanto d'accordo: al momento preferirei qualcosa per il mal di gola, ma non fa niente.

    La domenica mattina che sogno:
    La domenica che sogno inizia alle tre/quattro di pomeriggio, quando l'ossigeno contenuto nella mia camera si è consumato del tutto e la concentrazione di anidride carbonica è salita oltre l'immaginabile (per info sulla normale composizione dell'aria, clicca qui). Prima di morire soffocato, sono costretto ad alzarmi e aprire la porta e la finestra. Nella domenica che sogno, fuori c'è il sole, gli uccellini cinguettano, le api fanno il miele e una gran gnocca entra in camera mia fumando una sigaretta col bocchino (che fa molto chic ma anche kitsch).

    Lei mi dice: "senti un po'
    questa notte è stato bello"
    Non ricordo non lo so

    La domenica mattina che è:
    La domenica mattina che è inizia alle otto/nove di mattina, quando un atroce mal di gola di livello 5 mi sveglia e mi impedisce di riaddormentarmi (per info sul mal di gola, clicca qui). Prima di morire dal dolore, sono costretto ad allungare il braccio per prendere la scatola della Borocillina, farmaco che, in quanto omeopatico, riduce dello 0,4% il maledetto fastidio orale per una durata di più o meno 1' e 32'' - ma questo è ciò che offre la casa. Nella domenica che è, fuori è nuvoloso, gli uccellini probabilmente sono morti uccisi dalle nonsoquante giornate annuali in cui nell'aria di Vicenza ci sono più polveri sottili che azoto, le api fanno il miele ma se lo mangiano pure e mia madre entra in camera mia verso le 11, urlandomi che è tardi e che mi devo alzare.

    Che stress.

    giovedì 22 maggio 2008

    Post da casa di Santon

    Un caldo saluto a tutti i miei appassionati lettori ninja in questo giorno di primaverestate 2008 appalla.
    Alcuni di voi si staranno probabilmente chiedendo quale strano motivo mi potrebbe aver spinto a postare la foto di un emo della minchia in questo bel Anti-Blog.
    La risposta è semplice: al momento mi trovo a casa del detto emo, in compagnia di Cava "il nanogaytuttoattaccatoscrittotuttoattaccato", della Mongia "la debosciata", della Elisabetta "la Rosa " e, ovviamente, dell'Emo con la E maiuscola di livello 3,5 che compare nella foto (che preferisce essere chiamato eMoGaIoXxXo.O).
    Scrivo mentre due lunghi serpenti amoreggiano con Cava e la Mongia, in una specie di orgia inter-specie. La situazione di promiscuità è quasi intollerabbile e la Mongia sta mordendo i capezzoli a Cava (il quale, stranemente, lancia scimmieschi e reiterati urli di dolore/godimento che turbano la quiete pubblica). Capite bene come si tratti di una situazione fuori dall'ordinario ovvero "straordinaria" (da "extra"+"ordinaria", presumo), quindi scusate lo stile sconnesso e poco coeso.
    Pregate perchè il vostro AntiBlogger preferito sopravviva all'incontro ravvicinato con questo branco di sclerati.
    Nella speranza di riscrivervi presto, vi saluto e vado ad aiutare il mio triste amico emo che ha tanto bisogno di affetto.
    Ciao.

    domenica 4 maggio 2008