mercoledì 19 gennaio 2011

La ribellione di Mike Cameron

L'AntiBlogger non è più produttivo da tempo, quindi vi propone testi scritti da altri. Già.

Da No Logo di Naomi Klein (quarto capitolo, Il branding dell'istruzione. Pubblicità nelle scuole e nelle università):
Forse il peggiore di questi esperimenti fu condotto nel 1998, quando la Coca-Cola organizzò un concorso chiedendo a diverse scuole di presentare un progetto per la distribuzione di buoni Coca-Cola agli studenti. La scuola che avesse elaborato la migliore campagna promozionale avrebbe vinto 500 dollari. La Greenbrier High School di Evans, in Georgia, prese il concorso molto sul serio, organizzando alla fine di marzo una giornata ufficiale della Coca-Cola, il Coke Day, durante la quale tutti gli studenti indossarono magliette della Coca-Cola, si fecero fotografare disposti in modo da comporre la parola Coke, seguirono lezioni tenute da dirigenti della Coca-Cola e impararono qualcosa su tutte le cose nere e con le bollicine nelle loro classi. Un piccolo paradiso del marchio, fino a che la preside non venne a sapere che un certo Mike Cameron, un ragazzo di diciannove anni, in un deplorevole atto di sfida, si era presentato a scuola indossando una maglietta con il logo della Pepsi. Per questa infrazione fu immediatamente sospeso. «So che suona male: "Allievo sospeso per aver indossato una maglietta recante il logo Pepsi durante il Coke Day"» disse la preside, Gloria Hamilton. «Avremmo potuto soprassedere... se si fosse trattato di un evento interno. Ma da Atlanta erano giunti in aereo rappresentanti della Coca-Cola per farci l'onore di parlare del loro marchio. Quel ragazzo sapeva che avevamo ospiti.»
In Italia siamo ancora lontani, fortunatamente, dalla penetrazione aziendale nel mondo dell'istruzione avvenuta negli USA, ben descritta nel capitolo da cui è tratto questo aneddoto. Proprio per questo non dobbiamo sottovalutare il pericolo dell'ingresso dei privati nei nuovi Consigli d'Amministrazione delle università. Per ora, la presenza dei marchi nelle università e nelle scuole si limita sostanzialmente ai distributori di bevande: i nostri luoghi di studio sono ancora una terra relativamente vergine che prima o poi, se non vigileremo, qualche governo spregiudicato cederà ad aziende senza scrupoli per recuperare un po' di grana.

(Un'analisi riassuntiva della riforma la trovate qui, nel caso vi interessasse).
(Questa, invece, è la pagina di Wikipedia relativa alla vicenda di Cameron).

2 commenti:

  1. Premettendo Naomi Klein non è compatibile con la mia cultura politica, posso dire, chiaramente ed ad alta voce, che sono d'accordo.

    RispondiElimina
  2. Immagina di dover scegliere, come nel gioco della torre, tra Naomi Kelin e Noemi Letizia. Chi sceglieresti?

    RispondiElimina

Lascia qui i tuoi commenti ai miei post.
Nota bene: i commenti verranno pubblicati dopo essere stati letti dall'amministratore dell'Anti-Blog, cioè da me.
I commenti anonimi sono accettati, ma non sono graditi.