martedì 4 marzo 2008

Compito di Storia

1) Facendo opportuni riferimenti alla critica storica, metti in evidenza le ragioni della nascita della rivoluzione industriale in Inghilterra e i suoi caratteri essenziali.
2) La rivoluzione industriale travolse gli assetti sociali tradizionali, creando una nuova gerarchia nei rapporti umani e comportò spesso fenomeni di sfruttamento ai danni dei soggeti più deboli. Aiutandoti con i documenti e le pagine di critica storica, illustra le conseguenze della nuova economia sulle condizioni di vita delle classi lavoratrici.

1) Il concetto di "rivoluzione industriale" fu usato per la prima volta nell'ambito di un'analisi storica dallo storico anglosassone Toynbee, nel 1886 (precedentemente, il concetto era già venuto in uso in Francia, dove le trasformazioni economiche e sociali inglesi venivano paragonate a quelle politiche che avvenivano quasi contemporaneamente in Francia). L'espressione "rivoluzione industriale", in ogni caso, sottolinea il fatto che la nascita dell'industria costituì di per sé una profonda trasformazione del sistema economico-produttivo, che poi diede l'avvio ad altre trasformazioni sia in campo politico (come ad esempio il Reform Act, 1832) che sociale, come sottolinea lo storico americano David Landes nel saggio "Prometeo liberato". Landes, inoltre, individua i tre principi che riassumono la rivoluzione industriale: la sostituzione delle macchine all'uomo nei processi produttivi; l'introduzione di fonti di energia inanimate (in particolare grazie alle macchine che permettevano la trasformazione del calore in lavoro meccanico) al posto di quelle animali; l'utilizzo di materie prime più efficaci, soprattutto di origine minerale, piuttosto che animale o vegetale (ad esempio, ferro al posto del legno). Altre caratteristiche peculiari del periodo della rivoluzione industriale inglese furono l'aumento generale della produzione e l'aumento della produzione industriale in rapporto a quella dei settori tradizionali.
Questo aumento della produzione, e più in generale l'intero processo della rivoluzione industriale, furono permessi da una concomitanza di elementi favorevoli al loro sviluppo. Innanzitutto, fu determinante la presenza, in Inghilterra di una borghesia attiva e che già ragionava secondo gli schemi dell'economia di mercato; questa borghesia, inoltre, seppur quasi del tutto priva di reale influenza politica, non fu mai ostacolata dal parlamento inglese (formato in massima parte dal ceto dei proprietari terrieri).
Un ruolo fondamentale ebbero le innovazioni tecnologiche e la proliferazione di invenzioni di macchine che svolgessero il lavoro al posto dell'uomo. Le macchine permisero la nascita della fabbrica, luogo di produzione che non necessitava più di lavoratori specializzati e permetteva di sfruttare la manodopera non solo dei maschi adulti, ma anche delle donne e dei bambini. L'abbondanza di manodopera fu, in ogni caso, garantita dall'aumento demografico (più che dalla contemporanea rivoluzione agricola). Altri due fattori indispensabili allo sviluppo della rivoluzione industriale furono la presenza di un mercato interno che si andava via via allargando (sai a causa dell'aumento della popolazione, sia in virtù della diminuzione dei prezzi dei prodotti delle manifatture, soprattutto dei tessuti) e che riuscì ad assorbire il surplus produttivo derivato dalla nascita delle fabbriche; e, in secondo luogo, il fatto che l'Inghilterra disponesse di una fitta rete di commercio estero, che servì non tanto per l'esportazione dei prodotti finiti per l'importazione di materie prime fondamentali alle neonate industrie (come, ad esempio, il cotone).
Il ruolo della rivoluzione agricola nello sviluppo di quella industriale, studiato da Luis Bergeron, pare essere di reciproca influenza positiva.

2) Una delle principali conseguenze sociali della rivoluzione industriale fu la nascita del proletariato, ovvero di una classe di lavoratori salariati che, privi dei mezzi di produzione, sono sottoposti alle fredde leggi del mercato.
La principale differenza fra il proletariato industriale e le altre classi lavoratrici che, in precedenza, erano ai più bassi livelli della scala sociale consiste sostanzialmente nella totale precarietà della condizione del proletario. I contadini del periodo precedente alla rivoluzione agricola erano infatti titolari di una certa quota di diritti consuetudinari legati al sistema dei campi aperti, mentre i dipendenti dei mercanti-imprenditori delle prime manifatture proto-industrializzate vedevano una certa garanzia di stabilità nelle abilità e conoscenze tecniche di cui disponevano, e che erano ancora essenziali per il loro lavoro. Dopo l'introduzione delle macchine nei processi produttivi, il grado di specializzazione richiesta agli operai scese rapidamente a zero e portò dunque i nuovi proletari a perdere qualsiasi forma di garanzia di stabilità. La nascita delle fabbriche produsse l'ambiente della città industriale, spesso nata al di fuori del tessuto urbano precedente (come sottolinea lo storico Paul Bairoch) e descritta da Friedrich Engels nelle trenta pagine del suo saggio che dedica, nella fattispecie, all'analisi descrittiva della città di Manchester.
Il problema del proletariato industriale vide un tentativo di soluzione nel cosiddetto sistema "Speenhamland", che stabilì l'assegnazione di una parte delle entrate della poor tax a dei sussidi per i salariati più poveri, oltre che per gli indigenti. Il sistema, sottoposto a numerose critiche, fu abolito nel 1834.

16 commenti:

  1. Cadde così dal 10 il velo di sacrale inviolabilità?

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  2. Hai letto il compito? Secondo te era da 10? Spero tu stia scherzando...
    Otto e mezzo comunque.

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  3. ma che storie..anch io ho fatto compito di storia il 4 marzo...bea...

    cosimo devo farti un appunto che mi indigna parecchio...Anna Giorgia staccato...insomma questi errori da te no!!!:)

    ANGI:)

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  4. Quel che ho visto è che era ben scritto e comunque migliore del mio, anche se a ben vedere manca qualcosa, peccato veramente. Non lo hai letto il brano di Mokyr nella storiografia?

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  5. @ Angi: Dov'è che ho scritto Anna Giorgia staccato???

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  6. ...hai preso otto e mezzo in storia??? che schifido! XD
    maria

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  7. ma no..infatti l'hai scritto attaccato ed è sbagliato!!!!!!!!!!!!



    angi

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  8. @ Angi: ok, ok, ho sbagliato. Però l'ho corretto.

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  9. bravo il mio kensimo....


    BARBIESPAN:)

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  10. Manca il riferimento al diverso ordine di scienza di cui l'Inghilterra disponeva, ma questo credo di non averlo scritto manco io. Piuttosto, è pure presente un'allusione alla mobilità sociale, ma io ho ritenuto di spiegare espressamente che l'interazione tra scienziati, ingegneri e imprenditore creava un risultato molto maggiore alla mera somma delle parti., che qui, se presente, è solamente in nuce.

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  11. Rettifico, nel mio l'accenno alla scienza c'era.

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  12. @ M: Sì ma io ho preso otto e mezzo e tu otto... Dehehe...

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  13. Capita, se alle 8 e 20 hai solo appena finito la prima risposta.

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  14. @ M: Io l'ho finita alle 8 e 25, guarda un po'.

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  15. Allora doppiamente grazie, abbiamo qui un ottimo esempio di buona risposta buttata giù on the fly.

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