Non so se ho voglia di postare. Tendenzialmente, avrei altro da fare. Però oggi è una giornata homework-free, quindi non vedo perchè non dovrei dedicare un paio di minuti all'Anti-Blog.
Vi interesserà sapere che sono giunto alla conclusione che dei maledetti filosofi razionalisti del '600 non se ne salva neanche uno, nemmeno Spinoza che piaceva tanto a Einstein. Pascal resta comunque il peggiore.
Potrebbe essere altrettanto sconvolgente per voi venire a conoscenza del fatto che il 24 Febbraio 2008 si è svolta a Recoaro l'antica festa della "Chiamata di Marzo", momento fortemente folkloristico e prettamente culturale, caratterizzato da una sfilata di carri, dalla presenza dei vecchi Recoaresi in abito tradizionale e da un'enorme quantità di vino presente nei vari banchetti disseminati per le contrade del borgo montano. Pare che nella sola giornata della "Chiamata di Marzo" i soli 6985 autoctoni Recoaresi consumino più vino di quello venduto nell'arco di 10 anni nell'intera regione Molise. La sbronza che ne deriva è ogni anno storica, e passeggiando per le vie di Recoaro nei dieci giorni successivi alla "Chiamata" non è insolito imbattersi in gruppi di vecchi barbuti ancora ubriachi, che cantano canzoni popolari o semplicemente bestemmiano.
Il porco, l'imprecazione blasfema o la ancora più aggressiva "enumerazione asindetica di bestemmie" caratterizzano da sempre la comunità Recoarese, tanto che sembrano costituirne un'inclinazione naturale, oltre che il passatempo preferito. I Recoaresi sono soliti incontrarsi nella piazza del paese o, preferibilmente, in qualche osteria ben fornita di vino, e condurre lunghe discussioni sconclusionate, il cui scopo non è la trasmissione di un messaggio, ma la sperimentazione di nuove forme di bestemmia. Questi "dibattiti" possono durare per varie ore, e si concludono immancabilmente con l'ubriacatura di tutti i dialoganti - si tratta in ogni caso di un momento di fervida creazione stilistica e di incredibile applicazione di un rigido labor limae, che porta spesso a innovativi risultati retorici.
Il fatto che la "Chiamata di Marzo", con le sua particolare caratterizzazione alcoolica, producesse devastanti effetti nel tessuto sociale di Recoaro e di tutte le zone circostanti, oltre a veri e propri danni materiali, indusse le autorità passate a intervenire con decreti che vietassero quello che pare essere un vero e proprio "baccanale moderno", come è testimoniato da questo documento:
Se siete interessati all'evento della Chiamata di Marzo, cliccate qui. Se invece volte saperne di più sul borgo di Recoaro, cliccate qui.
Vi interesserà sapere che sono giunto alla conclusione che dei maledetti filosofi razionalisti del '600 non se ne salva neanche uno, nemmeno Spinoza che piaceva tanto a Einstein. Pascal resta comunque il peggiore.
Potrebbe essere altrettanto sconvolgente per voi venire a conoscenza del fatto che il 24 Febbraio 2008 si è svolta a Recoaro l'antica festa della "Chiamata di Marzo", momento fortemente folkloristico e prettamente culturale, caratterizzato da una sfilata di carri, dalla presenza dei vecchi Recoaresi in abito tradizionale e da un'enorme quantità di vino presente nei vari banchetti disseminati per le contrade del borgo montano. Pare che nella sola giornata della "Chiamata di Marzo" i soli 6985 autoctoni Recoaresi consumino più vino di quello venduto nell'arco di 10 anni nell'intera regione Molise. La sbronza che ne deriva è ogni anno storica, e passeggiando per le vie di Recoaro nei dieci giorni successivi alla "Chiamata" non è insolito imbattersi in gruppi di vecchi barbuti ancora ubriachi, che cantano canzoni popolari o semplicemente bestemmiano.
Il porco, l'imprecazione blasfema o la ancora più aggressiva "enumerazione asindetica di bestemmie" caratterizzano da sempre la comunità Recoarese, tanto che sembrano costituirne un'inclinazione naturale, oltre che il passatempo preferito. I Recoaresi sono soliti incontrarsi nella piazza del paese o, preferibilmente, in qualche osteria ben fornita di vino, e condurre lunghe discussioni sconclusionate, il cui scopo non è la trasmissione di un messaggio, ma la sperimentazione di nuove forme di bestemmia. Questi "dibattiti" possono durare per varie ore, e si concludono immancabilmente con l'ubriacatura di tutti i dialoganti - si tratta in ogni caso di un momento di fervida creazione stilistica e di incredibile applicazione di un rigido labor limae, che porta spesso a innovativi risultati retorici.
Il fatto che la "Chiamata di Marzo", con le sua particolare caratterizzazione alcoolica, producesse devastanti effetti nel tessuto sociale di Recoaro e di tutte le zone circostanti, oltre a veri e propri danni materiali, indusse le autorità passate a intervenire con decreti che vietassero quello che pare essere un vero e proprio "baccanale moderno", come è testimoniato da questo documento:
Se siete interessati all'evento della Chiamata di Marzo, cliccate qui. Se invece volte saperne di più sul borgo di Recoaro, cliccate qui.
Letto.. e sì, l'è un po' sconclusionato ma.. sta bene con l'Anti-Blog, pieno spirito Anti-Blog, sisi =)
RispondiEliminaSilvia
Silvia, rispondimi su msn :|
RispondiElimina(più avanti leggerò l'articolo, Cosimo)
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiElimina@ Silvia: ovvio che è in pieno spirito Anti-Blog. Adesso dimmi qualcosa che non so.
RispondiEliminaPascal è un figo.
RispondiEliminaSpinoza è uno dei tanti idioti che tenta di creare un sistema metafisico coerente in maniera deduttiva, ovviamente cannando in pieno.
Ma la domanda è: perchè non ci siamo ancora trasferiti a Recoaro?
E' per questo che amo il mio paese e le sue tradizioni. Il confortante focolare domestico, il calore di una famiglia e le care vecchie usanze.
RispondiEliminaRecoaro ha comunque guadagnato 300 punti da quando ho saputo che ci è passato Nietzsche.
Cosa? Nietzsche è stato a Recoaro? Che brutta cosa...
RispondiEliminaNon so se ci abbia rimesso più Recoaro o Nietzsche. Penso Recoaro.
Si trattava di un rapporto simbiotico, invero: lui giovò al paese, il paese a lui. Anche se credo siano in pochi a conoscerlo come località di villeggiatura del filosofo.
RispondiElimina