domenica 9 marzo 2008

La forma è ciò che conta

Come avrete notato, ho cambiato ancora una volta il layout del mio bell'Anti-Blog. Stavolta, i cambiamenti sono veramente minimali; tuttavia, se avete dato un occhio tra le 4 e le 7 di oggi, avrete visto l'Anti-Blog in un fastidioso color arancione. Se non l'avete visto, non vi siete persi niente. Era proprio brutto.
Celebrata la mia raffinatezza stilistica, posso passare a una piccola riflessione riguardo all'arte e all'espressione in genere. Io penso che in una qualsiasi opera letteraria o artistica sia la forma ciò che conta veramente. Non solo; credo che ciò che veramente conti nella forma sia il suo cercare di essere insolita e mai ripetitiva. I contenuti non contano un'emerita mazza; il barocco ha ragione e i classicisti sono dei buffoni. Petrarca era uno pseudo-poeta con le sue quattro parole ripetute fino alla nausea; Bembo ha cercato di assassinare la letteratura e l'interpretazione della Poetica di Aristotele proposta dalla Chiesa in periodo controriformistico è uno stupro della bellezza. Non so cosa ci sia di buono in tutta l'arte fatta fino adesso, ma di sicuro il continuo riproporre antichi schemi e figure è la cosa peggiore che ci sia. La cosa migliore sarebbe cancellare i contenuti e sopprimere qualsiasi logica; la comunicazione verrebbe meno e finalmente il bello e lo stile salterebbero fuori.

Ho scritto queste cose prive di senso in una giornata caratterizzata da un mal di testa persistente, cercando di sopportare quel rompicoglioni di mio fratello e dopo aver visto uno spettacolo-balletto kitsch di un qualche famosissimo coreografo francese morto qualche mese fa.

Penk Style.

11 commenti:

  1. Penk fino in fondo...

    Mpf, cozz, hai l'abitudine di infognarti sempre in discussioni alle quali è difficile dare una soluzione oggettiva.

    Che lo stile abbia la sua importanza, è ovvio: in fin dei conti, i contenuti sono bene o male sempre gli stessi, e i canovacci ripetitivi, quindi a dare il gusto della lettura è più che altro il taglio col quale la storia viene descritta.

    Resta il fatto che non mi leggerei mai una favola di due piccioncini che si amano, poi si lasciano, e si rimettono assieme, a prescindere se sia scritta bene o meno. Sempre ammesso, comunque, che la storia in sé non abbia risvolti particolari.

    Concludo il tutto dicendo, alquanto sciallamente, che [in my humble opinion], stile e contenuti possono contribuire in egual misura alla bellezza di una qualsiasi opera d'arte, a patto che l'uno o gli altri mostrino qualcosa di nuovo u.u [almeno per quanto riguarda le opere attuali...ma vabbè, tanto il discorso è già vago di per sé...]

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  2. @ f3dr: Sono sicuro che "in my humble opinion" l'hai preso da "A Modest Proposal".

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  3. @ Cozz: a dire il vero no...anche perchè, se mi conosci, sai che non ho mai letto "A Modest Proposal"...

    Mboh, so che è espressione riccorrente pure con l'acronimo imho...

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  4. forma si contenuto no. mmm... Rinascimento no, Barocco si. mmm...

    Sarà,ma a me il Barocco nausea, l'esagerazione è pura follia.

    Sarà, ma i proverbi alla fine sono i migliori. (anche quelli in dialetto che non capisco e mi devo sempre far spiegare dal nonno)

    Sarà, ma a me piace l'ottocento.

    Fine.
    (che tempo schifido)

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  5. e smettila di farti pubblicità nel blog di antonio...
    egocentrico.

    la spia.

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  6. Io ci andrei piano a cestinare tutto quanto, dal momento che è su quello che al momento ti formi e non ti ritrovi al livello di un troglodita. Senza un passato al quale rapportarsi, per analogia o antitesi, l'arte dovrebbe ripartire da zero, con la conseguenza di produzioni allo stato primordiale. Chessò, graffiti rupestri o vasellame.
    Per non dire di tutto l'impianto delle citazioni e dei riferimenti, o delle opere che sintetizzano momenti precedenti.

    Per citare Hegel e la sua dialettica a tre, senza una tesi pregressa, nessuna antitesi né una sintesi. Non so tu, ma a me non suona bene.

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  7. Oltretutto, come faresti a definire 'nuovo' avendo nulla a cui riferirti?

    @samantha: follia? Dubito. Il barocco è retorica, un'esagerazione più razionalmente calibrata e cosciente di molti altri fasulli equilibrii.

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  8. A parte il fatto che non basta il nuovo per creare l'insolito, non vedo quale sia il problema: è ovvio che il nuovo è tale rispetto a qualcosa. E credo che tu mi abbia frainteso, perchè quando dico di "cancellare i contenuti", non intendo mica dire che bisogna "cestinare tutto quanto". L'arte già creata c'è punto e basta; hanno già provato a bruciare i libri e non è servito a nulla. Ma in ogni caso io non intendevo questo: chissenefrega dell'arte già esistente? Che resti lì nelle biblioteche, nelle pinacoteche e nei musei! Non da fastidio a nessuno, anzi. Non ho criticato l'arte passata, non ho gli strumenti per farlo. Ho solo detto che, secondo me, l'arte futura dovrebbe annullare i contenuti (o ridurli al minimo possibile) e concentrarsi sulla forma, sull'aspetto e su tutto ciò che essendo contingente non è importante e si perderà.

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  9. Già adombrare l'eventualità di ridurre, non eliminare, i contenuti è correggere il tiro.
    Credo l'arte passata sia stata criticata eccome, rileggi quando parli di Petrarca, Bembo e la Chiesa. Non è neanche tanto sibillino. ''Non so cosa ci sia di buono in tutta l'arte fatta fino adesso, ma di sicuro il continuo riproporre antichi schemi e figure è la cosa peggiore che ci sia'' sembra un'altra critica bella e buona di quell'arte che è percepita come non rinnovarsi. Bisogna poi vedere cosa si intende per 'il continuo riproporre antichi schemi e figure. Dubito che l'arte abbia mai copiato di sana pianta gli stilemi precedenti, l'accusa di plagio non si sarebbe fatta attendere. L'altra ipotesi è che ne abbia attinto rielaborandoli, ma qui si rivela l'importanza di esperimenti artistici passati.
    Lasciami portarti questo esempio: ascolta Spring dei Rammstein prima e dopo aver saputo il testo. (parto ovviamente dall'assunto che tu non sappia il tedesco). Dimmi se sapere di cosa parla non dà più spessore alla canzone, in una sinergia tra musica e testo magistralmente orchestrata.

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  10. Credo di non aver capito l'ultima frase del tuo post, comunque. L'arte dovrebbe concentrarsi su tutto ciò che è contingente e si perderà? °°

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  11. @ M: Ovvio. Segui il mio ragionamento. Tutto ciò che non è contingente è necessario. Ciò che è necessario, o lo conosciamo perfettamente o non lo conosciamo affatto. Se lo conosciamo perfettamente, non ha senso farci sopra dell'arte perchè l'arte non aggiungerebbe nulla al contenuto, che è già perfetto. Se non lo conosciamo affatto, la vedo dura anche solo parlarne, figuriamoci farne arte (cosa che comunque hanno tentato di fare un po' tutti, basandosi sull'arrogante convinzione che la Verità si potesse esprimere in termini umani, tramite metafore o giochini simili - in realtà, si vede chiaramente che qualsiasi prodotto artistico che miri a esprimere concetti assoluti, lo faccia in realtà tramite l'uso di concetti relativi). Quindi, per esclusione, non resta che concentrasi sul contingente. Del resto, se il necessario o c'è noto, o ci è ignoto, il contingente, che è vario e diveniente, ci è noto solo a momenti, e subito scompare: l'arte potrebbe essere (forse) un tentativo di "conservare" ciò che è per sua natura fugace.

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